Il percorso di Sandro Tonali tra terapia, disconnessione digitale e crescita personale dopo la squalifica.
Sandro Tonali ha condiviso la sua esperienza di un anno di terapia psicologica, durante il quale ha affrontato momenti difficili legati alla squalifica per calcioscommesse. Incontrava il suo psicologo tre-quattro volte a settimana, una necessità dovuta anche all’impossibilità di assumere farmaci per via delle regole antidoping. Tonali ha spiegato come sia stato complesso comprendere e correggere i propri errori senza un supporto farmacologico, soprattutto quando le basi stesse dell’errore non erano chiare.
Durante il periodo di squalifica, l’ex centrocampista del Milan, ora al Newcastle, ha vissuto momenti di grande difficoltà. L’assenza di obiettivi concreti rendeva gli allenamenti privi di stimoli: “I primi due mesi, senza un traguardo finale, mi mancava la motivazione”, ha raccontato. La mancanza di competizione e la consapevolezza di non dover dimostrare nulla in campo hanno reso il processo ancora più arduo. “Andavo al campo la mattina e mi chiedevo: ‘Perché lo faccio?'”, ha confessato, sottolineando la crisi motivazionale vissuta durante il secondo e terzo mese di squalifica.
Il supporto psicologico si è rivelato cruciale. Tonali ha dedicato due settimane a ritrovare gli stimoli perduti, nonostante la tentazione di abbandonare tutto. La sua permanenza in Inghilterra ha facilitato un periodo di “detox” dai dispositivi digitali. Ha vissuto sette mesi senza telefono o iPad, limitandosi a guardare la televisione solo per partite e film. Questo distacco dai media gli ha permesso di evitare l’influenza di notizie negative o distorte che avrebbero potuto peggiorare la sua situazione emotiva.
Tonali ha descritto questo periodo di disconnessione come liberatorio. “Non ho idea di cosa sia successo in quei mesi, ma non mi interessa”, ha affermato. La consapevolezza dei propri errori e il desiderio di migliorarsi come persona hanno prevalso sulla curiosità di sapere cosa si dicesse di lui sui social media. “So che ho sbagliato, ho pagato e ho lavorato per diventare un uomo migliore”, ha concluso, sottolineando l’importanza di concentrarsi sul proprio percorso di crescita personale piuttosto che sulle opinioni esterne.