Il centrocampista croato Modric saluta il club dopo una carriera straordinaria fatta di trofei, leadership e amore incondizionato del pubblico madridista.
L’addio di Luka Modric al Real Madrid non è stato un fulmine a ciel sereno. Già nella scorsa stagione si era parlato di un suo possibile trasferimento, magari verso una lega meno competitiva, attratto dalle sirene dell’Arabia Saudita o della MLS. Tuttavia, la conquista della Champions League a Wembley contro il Borussia Dortmund lo aveva convinto a restare ancora per un’ultima danza con la maglia blanca. Una scelta di cuore, più che di necessità, per un campione che, pur non essendo più il centro nevralgico del gioco madridista, ha continuato a incantare con la sua classe.
Modric non era più l’intoccabile Pallone d’Oro del 2018, premiato anche per lo straordinario cammino con la Croazia al Mondiale, ma il suo tocco poetico e la visione di gioco non hanno mai smesso di incantare. Anche in questa stagione, a 39 anni, ha dato il suo contributo: 55 presenze complessive, 4 gol e 9 assist. Le presenze da titolare sono state meno frequenti, e i minuti in campo si sono ridotti – 1733 in Liga e 646 in Champions League – ma la sua importanza nello spogliatoio e la sua leadership sono rimaste intatte.
IL BILANCIO
Il bilancio totale della sua avventura al Real Madrid è impressionante: 590 presenze, 43 gol e 95 assist. Numeri che raccontano solo in parte l’impatto che ha avuto sul club e sul calcio europeo. E proprio nella sua 591ª partita, al Santiago Bernabéu, riceverà l’omaggio del suo popolo: un’ovazione che sa di gratitudine, rispetto e amore eterno.
Non male per chi, nel 2012, era stato etichettato dalla stampa spagnola come il peggior acquisto dell’estate. E invece se ne va da leggenda, con sei Champions League conquistate, la fascia da capitano al braccio e il numero dieci sulle spalle, quello dei grandi. Luka Modric lascia il Real Madrid, ma il suo nome resterà scolpito per sempre nella storia del club più titolato del mondo.