Dopo il trionfo di ieri del Benfica in Supertaça, stasera si parte anche in Primeira Liga: subito al via lo Sporting in casa del neopromosso Aves.
Rumo ao penta! È questo il grido di battaglia del nuovo vecchio Benfica di Rui Vitória, che va alla caccia del quinto titolo consecutivo, impresa riuscita solo al Porto di fine anni novanta. L’inizio è stato ottimo con la quarta Supertaça consecutiva ma, per compiere quest’impresa, la strada intrapresa da Luís Felipe Vieira è piuttosto tortuosa, visto gli ormai giganteschi problemi finanziari che affliggono da tempo gli Encarnados: le cessioni sono eccellenti e gli incassi servono tutti per coprire i buchi del bilancio. Dal Da Luz sono andati via, direzione Manchester, Ederson (quaranta milioni dal City) e Lindelöf (trentacinque milioni dallo United); oltre trenta invece sono i milioni versati dal Barcellona per portarsi via Nelson Semedo, il vero gioiello esploso l’anno scorso in casa Benfica. Pochissimi invece i nomi di spessore in entrata: per ora l’unico investimento è stato quello di Filip Krovinović, fantasista croato arrivato dal Rio Ave per tre milioni; per il resto, sbarcano al Da Luz a parametro zero Haris Seferović e Patrick, mentre torna dal prestito al Vitória Setúbal João Carvalho, di cui abbiamo già parlato (leggi qui). Ciò su cui dovrà fare affidamento Rui Vitória sono dunque le conferme: i goal di Jonas e di Mitroglou, l’esperienza in difesa di Luisão e di Jardel e la gioventù sugli esterni di Grimaldo e di Pedro Pereira, ex blucerchiato che, con la partenza di Semedo, avanza la sua candidatura per una maglia da titolare.
La stessa strada del Benfica è battuta anche dal Porto, per l’ennesima volta nuovo, di Sérgio Conceição, settimo allenatore in quattro anni. Anche Pinto da Costa ha messo da parte gli investimenti folli per quest’estate: ha lasciato andare per oltre cinquanta milioni complessivi i due gioielli della cantera dei Dragões, André Silva verso il Milan e Rúben Neves addirittura in Championship inglese direzione Wolverhampton, e ha chiuso i cordoni della borsa subito dopo. Ciò su cui dovrà lavorare Conceição sono quei giocatori in cui non si è creduto gli anni scorsi e che sono stati spediti, forse troppo frettolosamente, in prestito con ricevuta di ritorno: e così vestono nuovamente azulbranco Martins Indi, Reyes, Marega e soprattutto Vincent Aboubakar, che all’Estádio do Dragão aveva già fatto innamorare i tifosi due stagioni fa. La voglia di riscatto non manca anche in chi è da qualche stagione che non trova soddisfazione con la maglia del Porto e che punta a conquistare la fiducia del nuovo allenatore: Casillas, Herrera e Maxi Pereira sono le garanzie, Torres, Brahimi e Corona sono quelli che ancora non hanno dimostrato tutta la loro classe.
Chi invece i soldi li ha tirati fuori in questa sessione di mercato è Bruno de Carvalho, presidente dello Sporting, che ha fatto il possibile e l’impossibile per accontentare Jorge Jesus ma soprattutto per riportare allo José Alvalade un titolo che manca da quindici anni. Sono oltre ventitré i milioni sborsati per portare in verdebranco l’esterno Marcos Acuña dal Racing, il terzino ex viola Cristiano Piccini dal Betis, il centrocampista Rodrigo Battaglia dal Braga, il jolly offensivo ma soprattutto figlio di Bebeto Mattheus dall’Estoril e Bruno Fernandes dalla Sampdoria, che in Italia conosciamo molto bene. Ma non è finita qui: il capolavoro dello Sporting è stato quello di convincere vari big insoddisfatti a sposare il progetto di Jorge Jesus: e così, a costo zero, sono arrivati Jérémy Mathieu dal Barcellona, Fábio Coentrão dal Real Madrid e Seydou Doumbia dalla Roma, tutti alla ricerca del rilancio dopo vittorie vissute da comprimari. Unico vero sacrificio è stato quello di Rúben Semedo, difensore tra i migliori nelle ultime stagioni, giunto al Villarreal per quattordici milioni. A tutti questi arrivi si aggiungono tutte le (momentanee) conferme della scorsa stagione, comprese bandiere come Rui Patrício e Adrien Silva, gioielli come William Carvalho e Sebastián Coates e promesse come Daniel Podence e Gelson Martins; ma sopratutto quella di Bas Dost, capocannoniere dello scorso anno, capace di fare centro trentasei volte in quarantuno presenze.
Per quanto riguarda le altre, un posto tra le grandi può saltar fuori dal Derbi do Minho, il più caldo di tutto il Portogallo: il Vitória Guimarães di Pedro Martins, che è rimasto pressoché invariato rispetto alla scorsa stagione, ha già ha fatto vedere in Supertaça lampi di bel gioco e di talento, Raphinha su tutti, mentre lo Sporting Braga di Abel Ferreira, che ha superato il primo preliminare di Europa League all’ultimo secondo del supplementare con l’AIK Solna, ha innestato un bel po’ di volti nuovi tra cui Jefferson ed Esgaio dallo Sporting ma soprattutto Fransérgio e Dyego Sousa dal Marítimo, che l’anno scorso era partito benissimo e con tanti goal prima di farsi squalificare nove mesi per l’aggressione a un guardalinee. Lo stesso Marítimo deve difendere il sesto posto dell’anno scorso, ha già cominciato alla grande superando il preliminare di Europa League contro il Botev Plovdiv e ora attende nel prossimo turno la Dinamo Kiev. Un posto in Europa lo cercano anche il Rio Ave del nuovo allenatore Miguel Cardoso, il Vitória Setúbal del grande vecchio José Couceiro e l’Estoril di Pedro Emanuel, mentre di rincorsa partono Boavista, Belenenses e le due sorpresissime dell’anno scorso Chaves e Feirense. Ultima nota per le neopromosse: l’Aves riesce nell’impresa di agganciare la Primeira dopo lo spareggio perso tre anni fa con il Paços Ferreira e lo fa con Ricardo Soares in panchina, che col Chaves l’anno scorso ha fatto più che bene; il Portimonense di Vítor Oliveira invece ha il compito di tenere alta la bandiera dell’Algarve, dopo il crollo dell’Olhanense di questi ultimi anni, tornando in Primeira dopo sei anni.
[Foto da www.ligaportugal.pt]