Questa settimana si ricomincia anche in Portogallo. Porto e Sporting partono all’inseguimento del Benfica, che l’anno scorso ha trionfato in tutti i trofei nazionali.
Primeira Liga Portuguesa, anno zero. Dopo che il tribunale di Lisbona ha accolto il ricorso del Boavista, retrocessa d’ufficio dopo lo scandalo di “Apito dourado” (Fischietto d’oro) nel 2008, la seconda squadra di Porto è stata promossa dalla Segunda Divisão, la nostra Lega Pro, direttamente in Primeira. Così la Federazione, non potendo ridurre in corsa il numero di promozioni dalla Segunda Liga, si è trovata costretta a diminuire le retrocessioni dalla Primeira, per portare la massima serie da 16 a 18 squadre, andando controcorrente rispetto a quanto si delinea in Italia e nel resto d’Europa.
Così stasera, con l’anticipo tra Porto e Marítimo, si riparte. Dopo il flop mondiale, il calcio portoghese si rimette in moto, cominciando il lungo viaggio che porterà ai tre trofei nazionali e verso il grande sogno di quelli europei. Dopo tre anni, le tre grandi tornano tutte insieme a competere per la massima competizione continentale e ripartono appaiate per la conquista del campionato. Nota della nuova stagione, i cambi di allenatore: rispetto all’anno scorso, ben dieci panchine hanno cambiato proprietario.
Favorita d’obbligo è il Benfica. L’anno scorso Jorge Jesus si è ripreso con gli interessi ciò che aveva perso l’anno prima in Portogallo: dominio totale in campionato e tre a zero secco nelle finali contro il Rio Ave, a cui ha sottratto Taça da Liga, Taça de Portugal e, domenica sera, la Supertaça. Ciò che ancora non è riuscito a sconfiggere è la maledizione di Béla Guttmann, che l’anno scorso ha colpito ancora, stavolta ai rigori contro il Siviglia allo Juventus Stadium. Quest’anno però la situazione è molto diversa: il club del Da Luz deve far fronte a una pesante crisi finanziaria che l’ha costretto a cercare ossigeno in un contratto di sponsorizzazione con la Emirates per le partite europee e soprattutto vendendo gran parte dei suoi pezzi pregiati. Jorge Jesus non potrà fare più affidamento su due dei suoi tre bomber dell’anno scorso: Rodrigo, volato a Valencia, e Cardozo, in cerca di nuovi stimoli, non solo sportivi, al Trabzonspor; la coppia centrale va verso lo smantellamento totale: Garay è già alla corte di Villas Boas a San Pietroburgo mentre capitan Luisão, dopo undici anni, lascerà probabilmente il Portogallo per rinforzare la nuova Juve di Max Allegri; infine i giovani più promettenti della rosa hanno quasi tutti lasciato Lisbona: André Gomes ha seguito Rodrigo verso il Mestalla, Oblak è volato a Madrid, sponda Colchoneros, a prendere il posto lasciato libero da Courtois, Markovic ha risposto alla chiamata di Brendan Rodgers che lo ha voluto con lui ad Anfield mentre la meteora Alan Kardec, visto di rado al Da Luz, è tornato definitivamente in Brasile per vestire la maglia del São Paulo. Tra i nuovi arrivi, che comunque sono sempre tanti come nella tradizione encarnada, spiccano Derley, bomber ex Marítimo, secondo nella classifica marcatori l’anno scorso, Eliseu, esterno ex Malaga, Bébé, che l’anno scorso si è rilanciato al Paços Ferreira dopo gli anni anonimi di Manchester, e Talisca, trequartista proveniente dal Bahia per il quale Luís Filipe Vieira, di questi tempi, ha sborsato quattro milioni di euro.
Il Porto invece viaggia in direzione totalmente opposta. La deludente stagione scorsa, terzo e costretto ai Play-Off di Champions League in una rischiosissima doppia sfida contro il Lille, e il ricco contratto con la Warrior ha spinto Pinto da Costa a portare al Dragão tanti volti nuovi e di prestigio, con i soli sacrifici di Fernando e Mangala, per i quali il Manchester City ha versato nelle casse dei Dragões ben 55 milioni di euro. Il primo nuovo acquisto è stato ufficializzato al termine della stagione scorsa: mister Julen Lopetegui, campione d’Europa con la Spagna Under 19 e Under 21, ha subito portato una ventata d’aria nuova, puntando soprattutto sui giovani. Con le conferme dei big Jackson Martínez, Alex Sandro e di un resuscitato Quaresma, la rosa è stata rinforzata con il difensore centrale olandese Martins Indi, il centrocampista brasiliano Casemiro in prestito dal Real Madrid, una delle sorprese algerine del mondiale come Brahimi e tutta una ciurma di giovani spagnoli con i quali Lopetegui ha ottenuto i suoi trionfi europei: Adrián Lopez e Oliver Torres dall’Atlético, Cristian Tello dal Barcellona e José Angel, già noto soprattutto ai tifosi della Roma.
Lo Sporting quest’anno torna nella fase a gruppi di Champions League, da cui mancava dalla stagione 2008/2009. L’anno scorso è stato quello del rilancio, con il secondo posto in campionato sotto la guida di Leonardo Jardim, che però ha lasciato lo José Alvalade per sbarcare nel Principato, cercando di riportare in alto un’altra nobile decaduta in fase di rilancio come il Monaco. Al suo posto, a far volare i Leões ci proverà Marco Silva, che negli ultimi tre anni ha portato l’Estoril dalla Segunda Liga alla qualificazione in Europa League per due anni di fila. Ma se in casa Sporting è cambiata la guida tecnica, la rosa è rimasta pressoché la stessa rispetto all’anno passato. Con le permanenze di Rui Patrício, di Fredy Montero, di André Martins e soprattutto di William Carvalho, l’unica partenza di clamore è stata quella di Eric Dier, centrale difensivo anglo-portoghese che ha preso la strada per Londra, sponda Tottenham. A Lisbona sono arrivati tanti giovani: il massimo investimento è stato quello per Ryan Gauld, diciottenne trequartista scozzese ex Dundee United, seguito dal terzino argentino ex Estudiantes Jonathan Silva e dal difensore del Lione Mahamadou Sarr. Oltre a loro, i semi-sconosciuti Slavchev, Tanaka e Rabia, rispettivamente da Bulgaria, Giappone ed Egitto, acquisti che riportano lo Sporting in una dimensione internazionale, dopo tanti anni di assenza dal principale panorama calcistico europeo e mondiale
Tra le altre quindici, una citazione speciale se la merita proprio l’Estoril. Per il secondo anno di fila farà l’Europa League, questa volta sotto la guida di José Couceiro, l’anno scorso a Setúbal, da cui ha portato con sé il portiere polacco Kieszek. Anche i Canarinhos hanno cambiato poco: dei big hanno lasciato solo Evandro, volato a Porto e da cui è arrivato in prestito il promettentissimo Tozé, e Tiago Gomes andato al Braga, e sono arrivati Bruno, centrale difensivo dal Colonia, e il centravanti brasiliano Bruno Lopes. L’Europa League la giocheranno anche Nacional e Rio Ave. I Madeirensi hanno perso due big come Candeias, al Benfica, e Barcellos, ma non hanno saputo reintegrare la rosa con nomi di spicco; l’unico a disposizione di Machado sarà Marco Matias, ex Vitória Guimarães, poi tanti giovani provenienti da tutto il mondo. La squadra di Vila do Conde invece ha ricominciato da dove aveva terminato, ossia da una sconfitta col Benfica, stavolta in Supertaça e ai rigori. Mister Nuno Espírito Santo è volato a Valencia ed è stato rimpiazzato da Pedro Martins, l’anno scorso al Marítimo. Tra i volti nuovi, il ghanese Wakaso e il portiere Cássio, tra i grandi protagonisti della salvezza dell’Arouca l’anno passato. Uno sguardo all’Europa in questa nuova stagione lo dà anche il Marítimo di Leonel Pontes, che ha rivoluzionato l’attacco perdendo due grandi come Héldon, da gennaio allo Sporting, e Derley, e provando a sostituirli con Maazou, arrivato dal Vitoria Guimarães, ed Edgar Costa proprio dal Nacional. Ci si aspetta anche una rinascita delle due squadre del Minho: il Braga, con il nuovo corso firmato Sérgio Conceição, e il Vitória Guimarães, che però ha più smantellato che non ricostruito. In coda, la salvezza se la giocheranno in tante: il Belenenses e l’Arouca, autori di due salvezze miracolose l’anno scorso, il Paços Ferreira, che nella stagione passata ha rischiato di fare lo stesso percorso della Sampdoria di qualche anno fa, dalla Champions League alla retrocessione, e le neopromosse Moreirense e Penafiel. Nota finale per il Boavista, società gloriosa tornata al calcio che conta più nei tribunali che in campo. A guidare As Panteras sarà Petit, altro volto storico del calcio portoghese, che potrà disporre, tra gli altri, di Beckeless, attaccante già visto ai mondiali con la maglia dell’Honduras, e Anderson Carvalho, mediano ex Santos.
Si riparte stasera. La strada che porterà al “Troféu de Campeão da Liga” è lunga, quest’anno quattro passi di più. Il 24 maggio scopriremo chi lo alzerà al cielo lusitano.
[Immagine da blog.opovo.com]