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La Germania è campione del mondo per la quarta volta nella sua storia: a sette minuti dai calci di rigore Mario Götze si inventa il gol del trionfo tedesco, Argentina battuta 1-0 come nel 1990.

 

Ha vinto la squadra di gran lunga più forte di tutte. Magari qualcuno poteva aver avuto dei dubbi quattro anni fa in Sudafrica con la Spagna dei quattro 1-0 di fila, magari qualcuno poteva aver dubitato dell'Italia di Marcello Lippi nel 2006, di certo nessuno può negare che questa Germania sia attualmente la miglior nazionale del mondo. Non è un trionfo annunciato, perché i tedeschi prima di poter alzare la coppa al cielo di Rio de Janeiro hanno dovuto faticare tantissimo, e di certo non partivano come primi favoriti, ma il percorso degli uomini di Joachim Löw è stato praticamente netto, e l'1-7 al Brasile di martedì scorso è stato il chiaro segnale di come questa squadra fosse pronta a conquistare il mondo, dopo essersi scrollata di dosso la "maledizione" delle semifinali (sempre eliminata a quel punto del torneo fra Mondiali ed Europei dal 2006 al 2012). È il grande successo di una macchina perfetta anche nello sport, e ovviamente si parla di quella tedesca, di un movimento calcistico che prima ha portato alla crescita esponenziale della Bundesliga, poi all'affermazione dei propri club a livello internazionale (con la ciliegina sulla torta del derby in finale di Champions League un anno fa tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund) e adesso al quarto titolo continentale, ventiquattro anni dopo Italia '90. All'epoca i grandi campioni della Germania Ovest giocavano tutti o quasi in Serie A, da Lothar Matthäus a Jürgen Klinsmann passando per Andreas Brehme e Rudi Völler, stasera nove titolari su undici, con l'eccezione dei soli Özil e Klose, militano in patria, a testimonianza di come i tedeschi si siano evoluti e abbiano messo la freccia su altri campionati, in particolare quello italiano che proprio dai nuovi campioni dovrebbe imparare tantissimo a livello di programmazione e organizzazione. La Germania ha vinto una finale combattuta, magari non spettacolare ma di certo non agli infimi livelli di gioco dell'Olimpico di ventiquattro anni fa, è vero che le occasioni migliori le ha avute l'Argentina però i tedeschi hanno mostrato una migliore tenuta fisica nei tempi supplementari (d'altronde la Selección veniva da altri 120' contro l'Olanda mentre il Brasile era stato sommerso in metà primo tempo e ventiquattro ore prima) e questo ha fatto la differenza. Higuaín e Palacio si sogneranno di notte le occasioni fallite davanti a Neuer ma il grande sconfitto del Maracanã è senza dubbio Lionel Messi, spento come non dovrebbe essere il miglior giocatore del mondo in una finale dei Mondiali e troppo spesso egoista nel voler cercare a tutti i costi la giocata personale ignorando qualsiasi soluzione alternativa. Sorridono per una volta pure i brasiliani: almeno dopo la vergogna dell'umiliazione non gli è toccato veder festeggiare i rivali argentini in casa propria…

PRIMO TEMPO
Un problema muscolare nel riscaldamento toglie dalla contesa Sami Khedira e questo è un grosso guaio per Löw, dal primo minuto in campo ci va Kramer e non può essere la stessa cosa, anche perché il talento del Gladbach si vede catapultato all'improvviso nella finale e fatica molto a trovare la posizione, prima di uscire anzitempo per un colpo alla testa (31'). L'Argentina capisce le difficoltà dell'avversario e prova ad approfittarne, Lavezzi parte in contropiede e con un rimpallo la palla arriva a Higuaín, destro a incrociare che si spegne addirittura in fallo laterale. È soltanto la prima di tante occasioni sciupate dal Pipita, la più clamorosa è senza dubbio quella del ventunesimo, quando Toni Kroos lo mette davanti a Neuer con un folle retropassaggio di testa ma lui grazia la Germania calciando incredibilmente a lato (e di molto) colpendo malissimo col destro. Un errore imperdonabile per un giocatore del calibro di Higuaín, che poi qualche minuto dopo il gol lo farebbe pure, ma è in fuorigioco e quindi la rete viene giustamente annullata. Romero tocca la palla con i guanti per la prima volta al 37', scaldato da un tiro di Schürrle con il destro dopo un tocco arretrato di Müller, Messi prova a fare tutto da solo partendo in progressione e saltando pure Neuer (rimedia Boateng) ma il finale di tempo è tedesco, una bella giocata di Özil libera al tiro Schweinsteiger con Romero che blocca e nel secondo minuto di recupero su corner stacca di testa Höwedes e prende il palo. Avesse vinto l'Argentina si sarebbe parlato di "Palo de Dios"…

SECONDO TEMPO
Fuori Lavezzi, che pure era stato tra i migliori nell'Argentina, e dentro Aguero. Messi ha subito la palla per il vantaggio, su imbucata centrale controlla bene e scarica il mancino verso la porta di Neuer, pallone fuori di poco. Non è affatto una gran serata per il campione di Rosario, chiuso dalla gabbia disegnata da Löw e spesso troppo lontano dall'area per colpire, molte volte va a prendersi il pallone quasi a centrocampo e dopo aver saltato il primo uomo inevitabilmente ne arrivano altri due o tre a limitarlo. Higuaín protesta con Rizzoli per un contrasto con Neuer: sicuramente non c'è fallo in attacco come indica l'arbitro italiano, forse però nemmeno rigore perché il portiere tocca prima la palla e poi travolge l'avversario, agli argentini comunque basta per gridare allo scandalo e paragonare Rizzoli a Codesal, l'arbitro che regalò ai tedeschi il rigore nel 1990. Senza più le corse di Lavezzi (Agüero è impalpabile), con Messi imbavagliato e Di María fuori causa perché non è riuscito a recuperare dalla lesione muscolare del match contro il Belgio le idee argentine stanno quasi a zero, la cosa migliore che l'albiceleste può fare è quindi impedire all'avversario di trovare varchi e in questo senso i risultati sono buoni, perché la Germania crea pochissimo, quasi niente, un destro piazzato dal limite di Kroos all'82' e un tiretto di Götze al 91'. Partita bloccata, le due squadre a un quarto d'ora dalla fine (specie dopo un tentativo solitario di Messi con sinistro sul fondo) sembrano accontentarsi dei supplementari e così è: come quattro anni fa 0-0 al 90' e altra mezz'ora di gioco.

TEMPI SUPPLEMENTARI
Parte meglio la Germania con cross dal fondo di Götze per Schürrle e respinta d'istinto di Romero, l'Argentina risponde con un cross di Rojo sul quale Hummels manca l'intervento (forse il primo e unico errore di un Mondiale praticamente perfetto da parte del centrale del Borussia Dortmund), Palacio ha la palla dello 0-1 ma Neuer chiude lo specchio e l'interista è costretto ad azzardare un pallonetto, terminato sul fondo. Non è un caso che le giocate del primo tempo supplementare arrivino da giocatori subentrati, le squadre sono stanche (e non può essere altrimenti) e i pochi freschi sono in grado di fare la differenza, e questo conta tantissimo al 113' nella giocata che decide l'incontro e il Mondiale: Schürrle crossa da sinistra, Mario Götze si ritrova libero in area (dov'era Demichelis?), controlla col petto e incrocia magnificamente di sinistro. Romero è battuto, la Germania è in vantaggio, la coppa prende la via di Berlino. Non c'è più tempo per pareggiare nonostante un recupero infinito, Messi di testa manda alto al 118' e sull'ultima palla spreca una punizione calciando altissimo: Diego Armando Maradona alla sua prima finale, pur senza segnare, aveva fatto ben altro…

Philipp Lahm alza la coppa al cielo, la Germania è campione del mondo per la quarta volta nella sua storia, raggiungendo l'Italia nel palmarès con un successo in meno rispetto al Brasile e diventando la prima europea a trionfare in Sud America. Il giocatore del Bayern Monaco si affianca agli altri capitani leggendari della storia tedesca, Fritz Walter (Mondiali del 1954), Franz Beckenbauer (Mondiali del 1974, giocati in casa) e Lothar Matthaüs (Mondiali del 1990, l'ultimo trionfo proprio contro l'Argentina), ma questo è stato il successo di tutta una squadra, o meglio di un gruppo, e non di un singolo, come invece ha provato a fare, sbagliando, Messi. Festeggiano i milioni di tedeschi in patria, festeggia la cancelliera Angela Merkel in tribuna, festeggiano pure i brasiliani mentre a piangere sono gli argentini, che si mangeranno le mani per le tante occasioni sprecate. Messi ha la minima consolazione del premio di miglior giocatore (e ci sarebbe da discutere), allo juventino Paul Pogba il premio di miglior giovane, a Manuel Neuer quello di miglior portiere e a James Rodríguez il titolo di capocannoniere. È stata un'edizione dei Mondiali indimenticabile, quanto visto in questo mese brasiliano verrà ricordato a lungo.

IL TABELLINO
Germania (4-2-3-1):
Neuer; Lahm, Hummels, J. Boateng, Höwedes; Kramer (31' Schürrle), Schweinsteiger; Müller, Kroos, Özil (120' Mertesacker); Klose (88' Götze). Commissario tecnico: Löw
Argentina (4-4-2): Romero; Zabaleta, Demichelis, Garay, Rojo; E. Pérez (86' Gago), Biglia, Mascherano, Lavezzi (46' Agüero), Messi, Higuaín (78' Palacio). Commissario tecnico: Sabella
Arbitro: Nicola Rizzoli della federazione italiana (Faverani – Stefani; Vera)
Rete: 113' Götze
Ammoniti: Schweinsteiger, Höwedes (G), Mascherano, Agüero (A)

[Immagine presa da gazzetta.it]