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A meno di cinque mesi dall’inizio dei Mondiali di calcio (12 giugno-13 luglio) in Brasile , torna a preoccupare la situazione sociale nel Paese in seguito alle proteste dei giorni scorsi contro questo evento.

 

Il fine settimana è stato caratterizzato dalle prime manifestazioni popolari dell’anno, tutte contro lo svolgimento della Coppa per via del folle lievitare delle spese per gli stadi e le infrastrutture connesse. La Presidente Dilma Rousseff si è così affrettata a convocare una riunione di emergenza con i ministri del suo esecutivo per tracciare una chiara strategia anti-proteste prima che la situazione esploda. Anche se non c’è stata la massiccia adesione vista nel giugno scorso, durante la Confederations Cup, alcuni cortei andati in scena nella notte tra sabato e domenica in varie città brasiliane sono sfociati in violenza e sono sembrati essere da preludio a quello che potrà accadere tra un anno nelle 12 sedi del torneo iridato.
Nel centro di San Paolo in particolare, sono state riviste quasi le stesse scene trasmesse nel 2013 dalle televisioni di tutto il mondo: scontri tra black-bloc e polizia, cassonetti e veicoli incendiati, vetrine infrante e negozi devastati dai teppisti. Alla fine, 127 persone sono state fermate per danni al patrimonio pubblico e liberate in seguito. Momenti di paura, invece, per un giovane dimostrante: ferito da colpi di pistola sparati da un poliziotto, ora è ricoverato in gravi condizioni. Situazione molto tesa e scontri manifestanti-forze dell’ordine ci sono stati anche a Natal, dove il prossimo 24 giugno l’Italia affronterà l’Uruguay nell’appena inaugurata ‘Arena das Dunas’. C’è quindi un clima di tensione che preoccupa sia le autorità di governo locali che la Fifa.

Le proteste e il rischio di nuove manifestazioni durante il Mondiale, sono state anche al centro di un incontro, la settimana scorsa a Zurigo, tra la Rousseff e Joseph Blatter: la Federcalcio internazionale senza confermarlo ufficialmente, ha chiesto garanzie al capo di Stato affinchè le partite si svolgano regolarmente, senza rinvii o contrattempi, pur in presenza di eventuali nuove contestazioni di piazza. Oltre all’incognita sicurezza, in Brasile si deve poi fare i conti con i ritardi nella consegna degli stadi e delle altre infrastrutture, a partire dai trasporti. Una situazione così critica che ha fatto perdere le staffe persino al coordinatore tecnico della ‘Selecao’, Carlos Alberto Parreira. ”Volevamo avere tutto pronto per la Coppa, ma la verità è che i lavori preparatori hanno mostrato una negligenza totale”, ha detto il ct campione del mondo a Usa ’94 a radio Cnb, lamentandosi in particolare delle condizioni degli aeroporti. Uno sfogo in diretta che ha destato molto clamore sui media brasiliani ed è rimbalzato su tutti i network mondiali.