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Ritorno della Supercoppa di Spagna: basta un gol dell’attaccante croato in apertura di gara per consegnare il primo trofeo stagionale ai Colchoneros, che nonostante l’espulsione del loro condottiero Simeone (screzi con il quarto uomo) dopo 25 minuti resistono e anzi non rischiano quasi mai in difesa. Sfuma la possibilità di “sextete” per Ancelotti.

 

L’Atlético si conferma la bella e solida squadra dell’anno scorso e impartisce una lezione ai ricchi cugini del Real, surclassandoli sul piano mentale. Già, perché è questo lo spunto che emerge da questa sfida di ritorno della Supercoppa di Spagna, giocata in un Vicente Calderon che ha sicuramente giocato un ruolo importante nell’economia della partita. Innanzitutto, i Colchoneros trovano subito il gol del vantaggio sfruttando un’inerzia iniziale spaventosa, così facendo spostano la contesa nei binari più adatti alla squadra di Simeone, abituata con le “big” a giocare corta e aggressiva, senza lasciare spazi e cercando il contropiede o (da quest’anno di più) il lancio lungo a trovare la testa dell’ottimo Mandžukic. Situazione insomma perfetta quando sei in vantaggio nel risultato. Poi non c’è da trascurare il fattore ambientale e a favore dell’Atléti e a sfavore del Real: James e Kroos, i nuovi, sono sembrati molto più timidi e inefficaci rispetto alle prime due uscite, in più ci sono da registrare le seratacce di Sergio Ramos, Varane, Cristiano Ronaldo e Benzema. I difensori hanno commesso errori clamorosi, CR7 è apparso visibilmente condizionato dal problema fisico (infatti gioca solo i 45′ della ripresa, ma senza pungere) mentre l’attaccante francese era un fantasma in campo. Forse più che del sogno di “sextete” già sfumato Ancelotti si dovrebbe preoccupare per la tenuta difensiva e per la forma di alcuni giocatori (da non dimenticare poi i casi Di María e Khedira) anche se il calendario gli sorride, dato che l’esordio in Liga sarà contro la neopromossa del Córdoba in casa, non un impegno difficile. Di tutt’altro umore Simeone (nonostante l’espulsione rimediata che lo ha sicuramente innervosito molto) che si gode una squadra rinnovata ma non particolarmente cambiata dal punto di vista qualitativo e agonistico: cresce Siqueira, Moyá è già una sicurezza, Griezmann è un talento in procinto di esplodere, Mandžukic potenzialmente vale Diego Costa e ha già consegnato un titolo alla sua nuova società. Quelli che sono rimasti sono poi una garanzia: Miranda e Godìn si confermano i centrali più forti del mondo (in coppia), Juanfran spinge sempre e si permette di contrastare Ronaldo un paio di volte, Gabi e Tiago sono una diga, Koke è un tuttofare e Raúl García è diventato ormai un leader. La caccia al secondo titolo consecutivo per Simeone inizia lunedì nel terzo derby stagionale in quel di Vallecas, contro il Rayo; le premesse per i Colchoneros sono ottime, resta da vedere come si comporterà il Barcellona.

PRIMO TEMPO
Mario Mandžukic colpisce dopo meno di 2′: lancio lungo di Moyá, assist di testa di Griezmann e conclusione precisa del croato a tu per tu con Casillas. Il Vicente Calderon è una bolgia e il Real sembra tramortito, tanto che devono passare dieci minuti prima che i blancos prendano il pallino del gioco come previsto. Iniziano a farsi vedere i palleggiatori di Ancelotti, ma l’Atlético risponde in maniera intelligente: i Colchoneros pressano e aspettano l’errore avversario cortissimi e sfruttano tutte le possibili occasioni. Non è un caso quindi che i padroni di casa risultino molto pericolosi su calcio piazzato, una delle poche volte in cui si può riempire l’area madridista: al 20′ Miranda sbaglia però a calibrare un tiro al volo da buonissima posizione su calcio di punizione profondo di Gabi. Col passare dei minuti cresce il numero dieci del Real, l’atteso James, e con lui il nervosismo della gara: al 27′ Simeone viene espulso per proteste reiterate e per aver “accarezzato” il quarto uomo così è costretto ad uscire e a lasciare il posto a Burgos, non prima di aver applaudito l’arbitro e di aver incitato la folla (non è chiaro se a incoraggiare i giocatori o a inveire sull’arbitro). La partita non cambia ma sale il numero di occasioni capitate al Real, prima ci prova di testa James, poi Bale con un mancino impreciso dopo slalom ai difensori avversari. Prima dell’intervallo una palla gol a testa: Raúl García anticipa tutti su un calcio d’angolo ma il suo colpo di testa è alto, poco dopo James si inventa un bel tiro a giro dal vertice destro dell’area di rigore mettendo a lato di poco.

SECONDO TEMPO
Subito dentro CR7 per un impalpabile Kroos, ma neanche il portoghese riesce a segnare il gol del pareggio. Anzi, è l’Atlético che va più vicino a chiudere la gara in questo secondo tempo. Al 48′ Raúl García colpisce una clamorosa traversa con una volée spalle alla porta su calcio di punizione del solito Koke, al 57′ sempre lui impensierisce Casillas con un tiro da fuori di poco alto sopra la traversa. Al 71′ altro tentativo dalla distanza di Koke, un tiro potentissimo che sfiora la porta madridista, per il resto poco da segnalare a parte i numerosi cartellini gialli che Fernández è costretto a tirar fuori dalla camicetta (Modric verrà pure espulso per somma di ammonizioni), ben 10 in tutto, a dimostrare l’incredibile agonismo che assicura ogni partita dei neo super campioni di Spagna.

fonte immagine: corrieredellosport.it