Un rapporto milionario interrotto: Mancini lascia l’Arabia Saudita dopo tensioni crescenti, risultati altalenanti e un’intesa mai realmente raggiunta con tifosi e ambiente.
Dopo quattordici mesi alla guida dell’Arabia Saudita, Roberto Mancini ha concluso la sua avventura tra incomprensioni, risultati altalenanti e un dialogo mai veramente decollato con l’ambiente locale. Arrivato con un contratto straordinario da 100 milioni di euro esentasse per quattro anni, Mancini avrebbe dovuto restare fino al 2027, ma il rapporto si è interrotto ben prima, con una liquidazione che si vocifera ammonti a 25 milioni di euro per un solo anno di lavoro. La sua esperienza, ricordata da *La Gazzetta dello Sport*, ha evidenziato differenze rispetto al suo predecessore Hervé Renard, che, pur con risultati inizialmente modesti, era riuscito a conquistare l’affetto dei tifosi, specialmente dopo la storica vittoria contro l’Argentina al Mondiale in Qatar.
Mancini ha iniziato positivamente, ma alla Coppa d’Asia in Qatar il clima con media e tifosi è diventato teso. L’eliminazione agli ottavi contro la Corea del Sud ha peggiorato la situazione, soprattutto per il controverso gesto di lasciare il campo prima della sconfitta ai rigori. L’ex ct italiano si è poi scusato pubblicamente, ma il danno era ormai fatto. Rimasto fino alle qualificazioni al Mondiale 2026, Mancini ha collezionato 5 punti su 12 nel terzo turno, con una sconfitta in casa contro il Giappone e uno 0-0 contro il Bahrein, accompagnato da una lite con il pubblico, segnando la rottura definitiva.
Il figlio Andrea ha commentato l’uscita definendola “una decisione consensuale”, sottolineando che Mancini è tranquillo e desideroso di tornare ad allenare, ma pronto a prendersi una pausa per riflettere sul futuro.