Nonostante la mancata qualificazione in Champions League e le sanzioni in arrivo da UEFA e DNCG, il presidente John Textor rassicura i tifosi
John Textor, presidente e proprietario dell’Olympique Lione, ha deciso di metterci la faccia in un momento particolarmente delicato per il club francese. Dopo la sconfitta per 2-0 contro il Monaco, che ha compromesso in modo quasi definitivo la corsa alla qualificazione in Champions League, l’imprenditore americano ha parlato direttamente ai tifosi, cercando di rassicurarli sul futuro della società. L’assenza dai ricchi palcoscenici europei rappresenta un duro colpo per le casse del club, già sotto osservazione da parte delle autorità calcistiche francesi e internazionali.
Textor, intercettato all’uscita dello stadio da alcuni sostenitori dell’OL, ha ribadito il suo impegno economico e la volontà di non abbandonare il progetto. “Avete i soldi?”, gli ha chiesto un tifoso. “Sì, non preoccupatevi, li abbiamo e li spenderemo. Smettete di leggere la stampa. Non dovete essere preoccupati”, ha risposto il numero uno del club, come riportato da RMC Sport. A chi gli chiedeva se fosse ancora possibile fidarsi di lui, Textor ha risposto con fermezza: “Sì, potete. Ho speso 293 milioni di euro da quando ho acquistato il club, pensate davvero che mi ritiri solo perché la DNCG ci chiede 50 milioni? Tutto va bene”.
Nonostante le parole rassicuranti del presidente, la situazione resta complessa. La DNCG, l’organismo di controllo finanziario del calcio francese, ha già imposto al Lione una retrocessione a titolo conservativo e il blocco del mercato in entrata. A queste sanzioni si aggiunge ora la minaccia dell’UEFA: secondo quanto riportato da L’Équipe, il club rischia una multa da 10 milioni di euro, oltre a restrizioni sulla massa salariale e sulle operazioni di mercato.
Il futuro dell’OL, dunque, si gioca su un equilibrio sottile tra le ambizioni sportive e la stabilità economica. Textor prova a tenere salda la barra del timone, assicurando che il progetto andrà avanti nonostante le difficoltà. Ma tra sogni europei svaniti e vincoli finanziari sempre più stringenti, il margine d’errore per il club è ormai ridotto al minimo.