Il FIFA Club Protection Program tutela i club dagli infortuni dei giocatori in nazionale, ma le limitazioni lasciano aperti interrogativi sulla reale efficacia del sistema.
Il “virus delle nazionali” continua a colpire, con diversi giocatori che tornano ai club infortunati dopo le partite o gli allenamenti con le rispettive selezioni. Questa situazione riporta in primo piano il tema del risarcimento ai club, regolato dal FIFA Club Protection Program (CPP).
Il CPP è un’assicurazione che tutela i club nel caso in cui un giocatore subisca un infortunio durante il periodo di rilascio per le partite internazionali. Introdotto inizialmente per UEFA EURO 2012, il programma è stato poi esteso globalmente dalla FIFA. Esso garantisce un risarcimento ai club fino a un massimo di 7,5 milioni di euro per giocatore per incidente, coprendo stipendi e contributi sociali per un massimo di 365 giorni, esclusi i primi 28 giorni di inabilità. Tuttavia, non include malattie, invalidità permanente, decessi o costi medici.
La copertura si applica ai giocatori professionisti con un contratto valido, durante le partite, gli allenamenti e i viaggi sotto la supervisione dell’associazione nazionale. Il risarcimento giornaliero ammonta a 20.548 euro e viene calcolato sulla base dello stipendio fisso del giocatore, escludendo bonus o importi variabili.
Nonostante il CPP rappresenti una tutela importante per i club, restano delle criticità, come l’esclusione dei primi 28 giorni di invalidità e dei giocatori dilettanti. La FIFA, inoltre, non rimborsa costi non regolari, lasciando i club esposti a oneri finanziari significativi in caso di infortuni gravi.
Il tema del “virus nazionali” rimane dunque aperto, con richieste di maggiore protezione e supporto per i club che vedono i propri giocatori indisponibili a causa degli impegni internazionali.
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