L’ex tecnico del Liverpool Klopp critica duramente il calendario internazionale: “Giocatori spremuti, rischio infortuni altissimo”.
Jürgen Klopp, ex allenatore del Liverpool e attualmente coinvolto nel progetto calcistico targato Red Bull, ha espresso forti critiche nei confronti del nuovo formato del Mondiale per Club, in programma negli Stati Uniti. In un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Die Welt, il tecnico ha definito la competizione una “follia assoluta” e “la peggior idea mai implementata nel calcio”.
Klopp ha puntato il dito contro il sovraccarico del calendario internazionale, sottolineando come i calciatori siano sottoposti a ritmi insostenibili. “Capisco che per alcuni club i soldi siano tanti, ma non è così per tutti. I giocatori non hanno più tempo per recuperare, né fisicamente né mentalmente. L’anno scorso c’erano Coppa America ed Europeo, quest’anno il Mondiale per Club, e l’anno prossimo il Mondiale. Quando dovrebbero riposarsi?”, ha dichiarato.
Il tecnico tedesco ha anche fatto riferimento alle recenti parole di Raphinha, che aveva chiesto maggiore rispetto per i calciatori, ribadendo che “anche chi guadagna molto ha diritto a fermarsi”. Klopp ha poi aggiunto un paragone significativo con lo sport americano: “Un giocatore NBA guadagna tanto e si riposa quattro mesi all’anno. Virgil van Dijk non ha mai avuto una pausa del genere, né quegli stipendi”.
Il punto centrale della sua critica riguarda la salute dei giocatori, messa a rischio da un calendario sempre più fitto. “Temo un’ondata di infortuni mai vista. Si pretende che giochino ogni partita come se fosse una finale, 70 o 75 volte l’anno. Non si può andare avanti così. Senza pause, anche il prodotto perde valore”, ha avvertito Klopp.
Infine, l’ex tecnico dei Reds ha condiviso un ricordo significativo della sua carriera per evidenziare la difficoltà di gestire una stagione con così tante partite: “In tutta la mia carriera, ho avuto solo una volta una preparazione di due settimane e mezzo con l’intera squadra a disposizione. Poi abbiamo giocato ogni tre giorni per un anno intero. È disumano”.
Le dichiarazioni di Klopp riaccendono il dibattito sull’equilibrio tra spettacolo, interessi economici e tutela degli atleti in un calcio sempre più globalizzato.