La Seleção si è imposta con un netto 3-0 nella finalissima al Maracanã, conquistando la Confederations Cup per la terza volta consecutiva: di Fred (doppietta) e Neymar le reti che hanno schiantato la Spagna.
Quella che era ritenuta la finale “annunciata” fra le nazionali migliori del momento non ha avuto storia: un trionfo indiscutibile quello brasiliano, con un dominio impressionante dal primo all’ultimo minuto, i campioni in carica di Europei e Mondiali sono stati spazzati via dalla supremazia dei verdeoro, spinti in maniera fantastica dal pubblico del Maracanã, che per un momento ha dimenticato le tensioni sociali che hanno accompagnato tutta la manifestazione. Il Brasile ha sempre colpito al momento giusto: in avvio di gara, sul finire del primo tempo e all’inizio della ripresa, spegnendo sul nascere le velleità spagnole di controllare il match e di fare il possesso palla prolungato tipico della Roja e del Barcellona degli ultimi cinque anni. Ciò che più ha fatto scalpore è stato però l’atteggiamento della selezione allenata da Scolari, perché la Seleção ha aggredito senza sosta gli avversari, rendendo quasi nullo l’apporto di Xavi e limitando Iniesta a giocate personali. Nessuno, da quando è iniziato il ciclo spagnolo nel 2008, era mai riuscito a tenere un ritmo del genere e a bloccare sul nascere le fonti di gioco degli iberici, un po’ stanchi per gli sfiancanti centoventi minuti di giovedì scorso contro l’Italia (il Brasile, oltre a non aver fatto i supplementari, ha riposato un giorno in più) ma senza dubbio inferiori in ogni parte del campo per tutta la durata dell’incontro. Il protagonista della gara è stato Fred, con una doppietta, dando un’altra dimostrazione a tutti gli scettici che non lo ritenevano all’altezza del ruolo di centravanti del Brasile, ma la scena se l’è presa ancora una volta Neymar, miglior giocatore del torneo e destinato (sperando che la smetta con le simulazioni) a una grande carriera anche in Europa: gli spagnoli del Barcellona che ieri non sono mai riusciti a fermarlo saranno contenti di doverlo marcare soltanto in allenamento la prossima stagione.
PRIMO TEMPO
La festa inizia dopo appena novantaquattro secondi, perché il Brasile parte fortissimo e trova subito il vantaggio, Hulk mette in mezzo dalla destra, Neymar e Arbeloa sfiorano il pallone facendolo finire sul limite dell’area piccola dove c’è Fred che, da terra, riesce a trovare la giusta coordinazione per battere Casillas. Non sono passati neanche due minuti e il Maracanã è già in tripudio, quasi una continuazione del magnifico spettacolo messo in scena dal pubblico al momento dell’inno nazionale. Le furie in campo non sono quelle rosse, come da definizione, ma quelle verdeoro, il Brasile non abbassa il ritmo neanche per un istante e continua ad attaccare, all’8′ Neymar cerca Marcelo, un rimpallo su Arbeloa favorisce Fred che la tocca dietro verso Oscar, il cui tiro di destro finisce fuori di un soffio. Casillas compie la prima parata al 13′ su pallonetto insidioso di Paulinho da fuori area, bloccato in due tempi non senza qualche difficoltà; la Spagna riesce a uscire dall’asfissiante pressing brasiliano solo dopo venti minuti, lo fa con Iniesta che va al tiro dalla distanza (emblematico che il primo tiro sia avvenuto da fuori, visto che gli spagnoli di norma non cercano questa soluzione), Júlio César mette in angolo e sul corner colpo di testa di Torres che termina alto. Ancora Brasile a metà tempo, al 25′ bel controllo di Fred che però conclude male, poco dopo su punizione Hulk manda alto, ancora Fred potrebbe fare doppietta al 32′ ma, su contropiede portato avanti da Neymar, spara addosso a Casillas divorandosi il raddoppio. Colossale anche la chance capitata a Pedro al 41′, solissimo in area servito da Mata, Júlio César è superato ma David Luiz è strepitoso e con un intervento fantastico in scivolata salva sulla linea, esultando come se avesse fatto gol. Dal possibile 1-1 al 2-0: Neymar tocca verso Oscar che gli restituisce palla appena dentro l’area, sinistro sul primo palo sotto l’incrocio imparabile per Casillas e quarto gol in cinque partite di Confederations Cup per l’ormai ex stella del Santos.
SECONDO TEMPO
Del Bosque mette dentro Azpilicueta al posto di Arbeloa, demolito sulla fascia per tutto il primo tempo, ma non cambia la sostanza: ancora dopo due minuti il Brasile va in gol, Hulk cerca Neymar che libera con una finta Fred, destro angolato di prima intenzione sul palo lontano e doppietta per il centravanti del Fluminense, capocannoniere del Brasileirão 2012 e nuovo leader dei marcatori anche in questa competizione. La Spagna potrebbe rientrare in partita al 55′, quando un fallo ingenuo di Marcelo su Jesús Navas (altro nuovo entrato) concede un rigore agli spagnoli ma Sergio Ramos dal dischetto calcia malamente a lato, e le speranze della Roja, già ridotte al minimo dopo il primo tempo, di fatto finiscono qui. I brasiliani cercano la goleada, Casillas è costretto a uscire dall’area per impedire a Hulk di fare 4-0 con un pallonetto, Marcelo è egoista e anziché crossare verso Fred solissimo a centro area prova il tiro prendendo solo l’esterno della rete, Neymar si esibisce in uno show personale concluso con una randellata di Piqué, giustamente espulso: il dominio verdeoro è totale e certificato da questa serie di azioni che rendono anche la ripresa uno spettacolo per tutti quelli non di fede spagnola. Solo negli ultimi venti minuti, con la Spagna ormai esausta e in inferiorità numerica, il ritmo cala leggermente, Júlio César mette l’ipoteca sul premio di miglior portiere con due ottime parate su Pedro e Villa (splendida quest’ultima, sul destro a giro del Guaje) e Casillas nega il poker al nuovo entrato Jô, impedendogli il terzo gol da subentrato.
Per la quarta volta il Brasile si aggiudica la Confederations Cup, la terza consecutiva dopo il 2005 e 2009, e adesso i brasiliani, giustamente in tripudio dopo questa splendida prova, cercheranno di sconfiggere la “maledizione” della Confederations Cup, visto che nessuno ha mai vinto il Mondiale dopo essersi aggiudicato questa manifestazione: tra dodici mesi, da paese ospitante, ci arriveranno ancora con i favori del pronostico e con una squadra di altissimo livello che potrà soltanto migliorare e acquisire ulteriore sicurezza, anche se in questi quindici giorni si è visto un gruppo già maturo per aprire un ciclo. Finisce male la competizione per la Spagna, che non veniva battuta in una partita ufficiale da oltre tre anni (prima giornata dei Mondiali 2010, 0-1 contro la Svizzera con rete di Gelson Fernandes) e che non veniva eliminata da quattro (Spagna-Stati Uniti 0-2, semifinale della Confederations Cup 2009 in Sudafrica), al Mondiale gli spagnoli saranno la principale minaccia europea per i verdeoro ma dovranno cercare qualche nuova soluzione, perché il celebre tiki-taka sembra essere diventato un po’ prevedibile e non più così produttivo come in passato.
IL TABELLINO
Brasile (4-2-3-1): Júlio César; Dani Alves, Thiago Silva, David Luiz, Marcelo; Luiz Gustavo, Paulinho (88′ Hernanes); Hulk (73′ Jádson), Oscar, Neymar; Fred (80′ Jô). Commissario tecnico: Scolari
Spagna (4-3-3): Casillas; Arbeloa (46′ Azpilicueta), Piqué, Sergio Ramos, Jordi Alba; Iniesta, Busquets, Xavi; Pedro, Torres (59′ Villa), Mata (52′ Jesús Navas). Commissario tecnico: Del Bosque
Arbitro: Bjorn Kuipers della federazione olandese (Van Roekel – Zeinstra; Brych)
Reti: 2, 47′ Fred, 44′ Neymar
Espulso: Piqué (S) al 68′ per fallo con chiara occasione da gol
Ammoniti: Arbeloa, Sergio Ramos (S)
Note: al 55′ Sergio Ramos (S) ha mandato fuori un calcio di rigore
[Immagine presa da fifa.com]