L’allenatore del Lione, Paulo Fonseca, rischia fino a sette mesi di squalifica dopo il confronto acceso con l’arbitro Millot.
L’allenatore dell’Olympique Lione, Paulo Fonseca, dovrà difendersi di fronte alla commissione disciplinare della Lega calcio francese, con una videoconferenza da Bucarest, nel tentativo di evitare una pesante squalifica. Il tecnico portoghese rischia fino a sette mesi di stop per aver avuto un comportamento aggressivo nei confronti dell’arbitro Benoît Millot, durante la sfida di Ligue 1 contro il Brest. L’episodio è nato da una revisione al VAR di un possibile rigore per gli avversari nei minuti finali della partita, decisione che ha scatenato la rabbia dell’allenatore.
Un episodio di tensione che può costare caro
Il gesto di Fonseca, che si sarebbe avvicinato testa a testa all’arbitro insultandolo in portoghese, è stato catalogato come “intimidazione fisica”, un’accusa che potrebbe comportare una delle squalifiche più lunghe per un allenatore nella storia recente della Ligue 1. Secondo fonti vicine al tecnico, intervistate dal quotidiano Le Progrès, il suo stato emotivo era particolarmente fragile nei giorni precedenti alla partita.
Stress e motivazioni personali dietro lo scatto d’ira
Una persona anonima, descritta come vicina a Fonseca, ha rivelato che il tecnico portoghese stava vivendo un momento di forte tensione, aggravato da questioni familiari e geopolitiche. La compagna dell’allenatore, rimasta in Italia con i figli, è di origine ucraina, e la famiglia sta seguendo con grande apprensione gli ultimi sviluppi del conflitto, avendo ancora parenti in Ucraina. Secondo la fonte, Fonseca appariva molto cupo già nella mattina della partita, segnale di un forte stress accumulato.
Il sostegno di Tiago Pinto
A commentare l’accaduto è stato anche Tiago Pinto, ex dirigente della Roma, che conosce bene Fonseca: “Credo che una combinazione di fattori eccezionali lo abbia portato a reagire in questo modo”. La sua testimonianza avvalora l’idea che l’episodio sia frutto di un insieme di circostanze personali e professionali, piuttosto che di una semplice reazione istintiva.
Ora il tecnico del Lione attende il verdetto della commissione disciplinare, sperando di evitare una squalifica che potrebbe allontanarlo dal campo per un lungo periodo, mettendo a rischio il prosieguo della sua stagione in Ligue 1.