Il gruppo H di Europa League ha già emesso tutti i suoi verdetti con una giornata di anticipo: Rubin Kazan primo, Inter seconda.
Al Centralniy Stadion di Kazan era di fatto una sorta di spareggio per il primo posto, tra due squadre che si erano guadagnate il pass per i sedicesimi di finale due settimane fa (e che, dopo aver pareggiato la gara di andata per 2-2 al Meazza, avevano vinto le altre tre sfide contro Neftçi e Partizan), in palio c'era un qualcosa di non decisivo ma sicuramente importante, perché arrivare primi significa giocare il ritorno in casa e trovare una delle altre undici seconde dei gironi o una delle terze classificate dei gironi di Champions League, ma tra quelle con il coefficiente minore nel ranking UEFA per club (e quindi non una tra Ajax e Manchester City, tanto per fare un esempio). L'Inter oggettivamente a questo fatto non ha dato particolare importanza, e la sfida in terra russa è andata come peggio non ci potesse essere, il turnover di Stramaccioni ha pagato ben poco e i tanti giovani (età media inferiore ai ventitré anni) hanno fornito una prestazione opaca, con il solo Palacio, peraltro subentrato dopo l'intervallo, che si salva nel grigiore generale. Si poteva prevedere un andamento di questo tipo già guardando la lista dei convocati, con Handanovic, Samuel, Nagatomo, Guarín, Cambiasso, Milito e Cassano non convocati, la formazione iniziale è molto sperimentale (il capitano è Ranocchia!) e vede, tra gli altri, il debutto assoluto da professionisti per Marco Benassi e Andrea Romanò, volti piuttosto conosciuti e apprezzati nel campionato Primavera, oltre che vincitori della NextGen Series lo scorso Marzo proprio con Strmaaccioni in panchina. Nuova chance dal 1' anche per Jonathan, Silvestre e Livaja, così come per Coutinho che ritrova la maglia da titolare a un mese dall'infortunio contro il Partizan che l'ha tenuto fuori fino a Domenica scorsa, quando è subentrato nella gara contro il Cagliari chiusa tra mille polemiche non ancora del tutto rientrate. Qualche novità anche nel Rubin, Berdyev lascia inizialmente in panchina il bomber Rondón e non riesce a recuperare Ryazantsev, autore del momentaneo 0-1 nella sfida del Meazza di Settembre.
PRIMO TEMPO
La concentrazione nell'Inter è qualcosa di inesistente e per capirlo basta poco più di un minuto: Kasaev sfonda su Jonathan a sinistra e crossa verso il centro, non c'è nessuno ma Juan Jesus con una giocata folle "appoggia" il pallone all'indietro sul palo, il rimbalzo lo prende l'indisturbato Gökdeniz Karadeniz che di destro fa 1-0. Subito in discesa la strada per il Rubin verso il primo posto, che sarebbe matematico con una vittoria e probabile anche con un pareggio per 1-1, per i russi il contenimento è agevolato dal fatto che il 3-5-1-1 dell'Inter lascia Livaja in mezzo a tutti i difensori della squadra di casa e il croato non si rende praticamente mai pericoloso, fatta eccezione per una conclusione sbilenca a inizio partita che si spegne sul fondo, così come un colpo di testa di Ranocchia al 9': Ryzhikov per tutto il primo tempo non deve compiere nemmeno una parata, ma a dirla tutta neanche Belec dopo il gol subito si deve sporcare i guanti. Partita decisamente brutta e senza emozioni, tanto che per riempire il tabellino bisogna segnalare tra il quarto d'ora e l'intervallo soltanto un sinistro dal limite dell'area di Romanò che finisce in… fallo laterale.
SECONDO TEMPO
Chi voleva vedere qualcosa di più nella ripresa pensa di essere accontentato quando dal tunnel degli spogliatoi vede apparire Palacio e Zanetti, soprattutto perché il primo, da subentrato, aveva segnato tre reti nelle due precedenti uscite dell'Inter in Europa League. In effetti i nerazzurri sono quantomeno più presenti nella metà campo avversaria e vanno anche vicini al pari in un paio di circostanze, con un tiro di Gargano da fuori alzato sopra la traversa da Ryzhikov dopo quarantaquattro secondi e due minuti più tardi con una conclusione di Palacio a giro che però non trova l'effetto a rientrare per finire in porta, ma non sono occasioni particolarmente significative. Lo è invece eccome il palo che al 66' prende Rodrigo Palacio, che pescato in posizione regolare (lo tiene in gioco Sharonov) su lancio di Ranocchia piazza col destro superando Ryzhikov ma il montante gli nega l'1-1. Bella anche una giocata personale di Coutinho a un quarto d'ora dalla fine ma la palla in mezzo del brasiliano (troppo individualista stasera) viene rimpallata, così come è decisivo Sharonov su Palacio al limite dell'area piccola, l'Inter attacca molto nel secondo tempo ma non sfonda e a cinque minuti dal 90' la punisce Rondón, entrato qualche minuto prima per Dyadyun, che scatta in posizione sospetta su lancio di Natcho, resiste all'intervento di Donkor (altro debuttante da subentrato, addirittura classe '95) e a differenza di Palacio trova nel palo un alleato perché il suo sinistro sbatte sul legno e finisce dentro. Gol molto simile per esecuzione a quello che il venezuelano aveva realizzato due mesi fa a Milano, l'ex Málaga al secondo minuto di recupero riesce anche a realizzare la sua personale doppietta deviando in rete uno scarico arretrato di Karadeniz, che aveva trovato tantissimo spazio sulla destra con la difesa dell'Inter ormai in completa confusione.
Il Rubin Kazan è matematicamente primo e si guadagna (sulla carta) un sorteggio più agevole, l'Inter esce malamente dalla trasferta in Russia, soprattutto per il risultato visto che nel secondo tempo c'è stata una seppur minima reazione dopo quarantacinque minuti iniziali oggettivamente imbarazzanti. Tuttavia per i nerazzurri questo dev'essere un piccolo campanello d'allarme, in quanto si tratta del terzo match senza vittorie e della prima volta che non arriva un gol in trasferta (dove, prima di Bergamo, erano arrivati solamente successi senza mai concedere più di una rete agli avversari), e perché la prestazione di alcuni singoli in questa serata (vedi alla voce Jonathan e Gargano, più che i ragazzini ai quali poco si può dire) fa riflettere su come ci siano ancora delle lacune da colmare nell'organico. Lunedì per l'Inter ci sarà l'occasione di cercare nuovamente la strada dei tre punti nel posticipo di Parma.
IL TABELLINO
Rubin Kazan (4-2-3-1): Ryzhikov; Kuzmin, Bocchetti, Sharonov, Ansaldi, Natcho, Orbaiz; Karadeniz, R. Eremenko (8' Carlos Eduardo), Kasaev (61' Töre); Dyadyun (59' Rondón). Allenatore: Berdyev
Inter (3-5-1-1): Belec; Ranocchia (72' Donkor), Silvestre, Juan Jesus; Jonathan, Benassi, Gargano, Romanò (46' Zanetti), A. Pereira; Coutinho; Livaja (46' Palacio). Allenatore: Stramaccioni
Arbitro: Tommy Skjerven della federazione norvegese (Haglund – Wiken; Andås; Berntsen – Hafsås)
Reti: 2' Karadeniz, 85', 92' Rondón
Ammoniti: Livaja, Gargano, Silvestre (I)
[Immagine presa da uefa.com]