Europa League, semifinale d'andata. Al Da Luz partenza horror per la Juve, colpita dopo 2' da Garay. Reazione bianconera nel secondo tempo, al 73' si sblocca Tevez ma nel momento migliore arriva il 2-1 del Benfica con un gran gol di Lima. Nell'altra gara in programma vittoria del Siviglia per 2-0 sul Valencia con reti di M'bia (in netto fuorigioco) e Bacca.
La Juve perde in terra portoghese ma c'è fiducia per il ritorno a Torino. Si potrebbe riassumere così la serata di Europa League che ha visto contrapposte due grandi del calcio europeo come Benfica e Juventus, capaci di dar vita a una partita gradevole, a tratti divertente, che ha detto due cose fondamentalmente: il Benfica è una squadra forte e molto pericolosa in fase offensiva, ma non è in condizioni fisiche smaglianti e lascia tanti spazi per le ripartenze avversarie. La Juve si è dimostrata invece tonica e prestante sotto il punto di vista atletico, ha retto 90 minuti sia fisicamente che psicologicamente, reagendo colpo su colpo ai contropiedi (e ai due gol) dei portoghesi e non facendosi condizionare dall'ambiente infuocato del Da Luz, però da parte dei bianconeri si sono viste veramente troppe imprecisioni, errori tecnici a volte non giustificabili, spesse volte arrivati al momento decisivo, al momento dell'ultimo passaggio, fatto non trascurabile. Perché l'impressione dei primi 90 minuti di semifinale è che i bianconeri avrebbero potuto tornare in Italia con un vantaggio ben maggiore rispetto al comunque importante gol in trasferta arrivato dalla straordinaria giocata di Tevez. Appunto Tevez, l'Apache che non segnava in competizioni europee dal lontano aprile 2009, da Manchester United – Porto 2-2, e che si sblocca proprio contro una squadra portoghese, facendolo da gran campione con una giocata di cui parleremo dopo. L'argentino stesso giocava in coppia a sorpresa con Mirko Vucinic, preferito agli altri tre attaccanti (Quagliarella neanche convocato) da Conte, il quale sceglie anche Caceres al posto di un Barzagli ancora non completamente recuperato. Jorge Jesus invece schiera il solito 4-3-3 da Europa League dovendo però fare i conti con le assenze di Silvio, Eduardo Salvio e Nico Gaitan (quest'ultimo sarà disponibile per il ritorno), quindi c'è l'ex Roma Artur in porta, Maxi Pereira, Luisão, Garay e Siqueira in difesa, Enzo Pérez, André Gomes e Rodrigo a centrocampo (con quest'ultimo più avanzato rispetto ai primi due), Markovic, Cardozo e Sulejmani in attacco.
PRIMO TEMPO
Si parte col botto nella bolgia del Da Luz: alla prima sortita offensiva dei padroni di casa arriva il vantaggio firmato Ezequiel Garay, difensore ex Real Madrid libero di staccare e concludere di testa in rete su calcio d'angolo di Sulejmani. Due gli errori imputabili a giocatori bianconeri, con Bonucci che inspiegabilmente non si interessa al pallone ma pensa ad ostruire senza peraltro disturbare Garay e con Buffon che si tuffa in ritardo riuscendo soltanto a toccare verso la propria rete il colpo di testa. Nonostante il fulmine a ciel sereno e il clima infuocato dello stadio la Juve prova a reagire subito con qualche verticalizzazione per Vucinic e con molta aggressività da parte di Pogba in mezzo al campo. Psicologicamente la Juve c'è, ma in termini di pericolosità è il Benfica a dimostrare un'incredibile facilità nel risultare pericoloso: al 12' contropiede pericolosissimo delle Aquile che per poco non raddoppiano, se non fosse per la scarsa precisione di Sulejmani seppur da posizione ravvicinata per giunta con il piede favorevole a disposizione. Anche con la velocità impressionante di Markovic e Siqueira il Benfica dà l'impressione di poter mettere in difficoltà ogni volta la retroguardia bianconera, Juve invece incapace nei primi minuti di impensierire Artur, se non con un tiro centrale e debole di Tevez al 14'. Dopo un quarto d'ora di sofferenza però gli uomini di Conte iniziano a prendere le redini del gioco e a controllare maggiormente il pallone, anche se i lanci di Bonucci e l'eccessiva lentezza della manovra fanno spesso imbufalire l'allenatore pugliese. Tante volte per esempio si gioca sulla destra, dove comunque Lichtsteiner e Pogba fanno bene, ma si trascura la fascia sinistra, dove Asamoah potrebbe sfruttare positivamente le tante sortite offensive del suo avversario Markovic. Al 30' altra occasione per l'Apache e altra testimonianza del fatto che la Juve non riesce a concludere bene le sue azioni: l'argentino scappa e si fa 30 metri di campo fino ad arrivare davanti ad Artur, quando viene clamorosamente rimontato da un impeccabile Pérez. Altro fattore da non trascurare per comprendere la difficoltà nel finalizzare dei bianconeri è la prova perfetta (almeno nel primo tempo) della coppia difensiva Luisão-Garay, autori di numerosi interventi decisivi in anticipo e in contrasto. La Juve continua comunque a fare possesso palla e a cercare la verticalizzazione giusta, intanto il Benfica si rende protagonista di altri due contropiedi degni di nota, il secondo porta la firma del talentino Markovic, che si beve in velocità Chiellini ma conclude malamente a lato al 41'. La prima frazione di gioco finisce con l'ammonizione di Pogba per fallo netto su uno scatenato Siqueira (prima era stato punito Gomes per una trattenuta sullo stesso francese).
SECONDO TEMPO
Partenza di tutt'altro piglio per la Juve, catechizzata da Conte negli spogliatoi, subito più aggressiva e decisa in campo, con Pogba e Lichtsteiner molto bene sulla fascia destra. Al 55' arriva la migliore occasione: Marchisio evita l'uscita di Artur girandosi di spalle per poi crossare col destro da posizione defilata, sul pallone si fionda Pogba, il cui colpo di testa viene respinto in calcio d'angolo dall'attento portiere brasiliano, bravo a riprendere la sua posizione e a tuffarsi sulla sua destra al momento giusto. Nulla di fatto sul corner, un minuto dopo il Benfica chiede un rigore a Çakir per un intervento al limite di Caceres su Pérez, il fischio ci poteva stare anche se sembra che l'argentino accentui molto la caduta dopo il contrasto con il fianco dell'uruguagio. Due cambi ravvicinati al 59' e al 61' per i padroni di casa, dentro anche il capocannoniere stagionale Lima. Al 64' si scalda Tevez con un bel tiro da fuori (almeno nelle intenzioni) respinto prontamente da Garay, al 68' situazione pericolosa in area portoghese sventata da Maxi Pereira, bravo ad anticipare Marchisio che altrimenti avrebbe segnato a porta spalancata su suggerimento di Lichtsteiner. Passa però poco e la Juve vede gli sforzi fatti dare i frutti sperati: è il 73', geniale palla di Marchisio che serve Asamoah sulla sinistra, il ghanese scarica su Carlos Tevez al limite dell'area, il pallone è abbastanza forte per cui il controllo dell'argentino lo alza leggermente, poi è fantastico il dribbling a evitare due difensori portoghesi, geniale il tiro che passa sotto le gambe di Artur, che si aspettava una conclusione sul secondo palo. É un apoteosi per i giocatori in campo e per la panchina, che festeggia giustamente l'attaccante tornato a segnare in Europa dopo cinque anni, autore di un gol importantissimo perché segnato in trasferta (tra l'altro è l'unico siglato fuori casa in queste quattro semifinali europee) e perché dona morale per un finale potenzialmente a favore della Juve. Il Benfica infatti è letteralmente sparito dal campo in questa ripresa, dove le Aquile non hanno mai tirato in porta. All'82' però il tecnico Jorge Jesus decide di invertire questa tendenza negativa inserendo il 20enne attaccante esterno Ivan Cavaleiro, vera spina nel fianco della difesa bianconera in questi minuti conclusivi. É lui infatti l'uomo decisivo nella realizzazione del secondo vantaggio dei portoghesi, arrivato grazie a un bellissimo gol dell'altro subentrato Lima: dalla destra palla filtrante di Pérez, velo di Cavaleiro che manda in tilt la difesa juventina e tiro secco e fortissimo del bomber brasiliano (20esima rete stagionale in 45 presenze) che sfonda la porta (Buffon incolpevole). Altro duro colpo per i bianconeri, che rischiano poi di soccombere come di pareggiare di nuovo, in un finale veramente pieno di occasioni. Andando con ordine, subito dopo il 2-1 Markovic sfiora il 3-1 con un bellissimo diagonale di destro che lambisce il palo, tre minuti dopo invece è Marchisio a trovarsi ad un passo dal pareggio, quando il suo tiro a botta sicura dopo carambola quasi ridicola fra Luisão e Garay viene respinto da un ottimo Artur. Nel recupero (tre minuti) c'è ancora tempo per un'opportunità per parte, quella che capita alla Juve ha dell'incredibile: Chiellini si mangia letteralmente il gol del 2-2 svirgolando sgraziatamente da posizione favorevolissima su assist perfetto di Marchisio (era libero in mezzo all'area e si trovava il pallone sul suo piede, unica scusante il dover tirare al volo pensando di essere in fuorigioco) al 92', pochi secondi dopo un promettente mancino di Cavaleiro viene respinto dalla difesa juventina in angolo.
Quindi la Juve poteva sfruttare meglio questa trasferta al Da Luz, contro un Benfica ottimo nel primo tempo, stanco e poco pericoloso nel secondo (si sono sentiti i festeggiamenti post vittoria del campionato?). C'è da dire che l'entrata in campo di Lima e Cavaleiro ha dato qualcosa in più ai lusitani, condizonati forse da un Cardozo non pervenuto. Comunque per i portoghesi bene anche i difensori presi singolarmente, meno la fase difensiva in generale. La Juve ringrazia Tevez per il gol della speranza ma si rammarica per un risultato parzialmente buono, perché forse immeritato e perché dà tanto morale al Benfica. Ritorno in programma giovedì prossimo, primo maggio, a Torino, sede della finale del 14 maggio. Nell'altra semifinale, il derby iberico, prevale il Siviglia, trascinato dal genio del croato Rakitic e dai gol di M'bia (di tacco, ma da annullare per netta posizione di fuorigioco) e di Bacca (per il colombiano 20esimo gol stagionale). Tanto rammarico per il Valencia, autore di una grande prestazione nei primi 20 minuti quando avrebbe meritato di passare in vantaggio e sfortunato nella ripresa con la traversa colpita dall'ex Napoli Vargas.
TABELLINO E PAGELLE
Benfica (4-3-3): Artur 6.5; Maxi Pereira 6.5, Luisão 6.5, Garay 7, Siqueira 7; Pérez 6, André Gomes 5.5 (82′ Cavaleiro 6.5), Rodrigo 6.5; Markovic 6.5, Cardozo 5 (63′ Lima 7), Sulejmani 5.5 (60′ Almeida 5.5). A disposizione: Oblak; Jardel, Amorim, Djuricic. Allenatore: Jorge Jesus
Juventus (3-5-2): Buffon 5.5; Caceres 6, Bonucci 4.5, Chiellini 5.5; Lichtsteiner 6, Pogba 6.5, Pirlo 5.5, Marchisio 5.5, Asamoah 5; Vucinic 5.5 (66′ Giovinco 5.5), Tevez 6 (83′ Osvaldo 5.5). A disposizione: Storari, Ogbonna, Barzagli, Llorente. Allenatore: Antonio Conte
Arbitro: Cüneyt Çakir
Marcatori: 2′ Garay, 73′ Tevez (J), 84' Lima
Ammoniti: Gomes, Arthur, Almeida; Pogba (J)
(fonte immagine: it.uefa.com)