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Esordio peggiore per Reja in Europa League, sconfitto 1-0 all’Olimpico dai bulgari del Ludogorets che ipotecano il passaggio agli ottavi di finale.

 

Non ci sono eclatanti novità last minute in nessuna delle due formazioni: Stoev schiera la miglior squadra disponibile, preferendo Mantyla a Barthe come centrale difensivo, Reja invece privilegia Klose dal primo minuto, per aumentare il peso offensivo, e conferma il turnover sull’ala destra schierando Felipe Anderson.

Primo Tempo – In uno stadio Olimpico semi-vuoto, le due formazioni impiegano diversi minuti per studiarsi. Il clima è teso, gli equilibri sottili, i primi ad esporsi sono i bulgari con Zlatinsky che tenta la botta dalla distanza, ma manca di parecchio lo specchio. Primo segnale della grande tenacia della squadra di Stoev, pronta a dare il tutto per tutto. La compagine bulgara preme ed al settimo minuto viene anche aiutata da un colpo di fortuna: Cana devia un cross col braccio, regolarmente allineato con il busto, nel vertice alto dell’area laziale e l’arbitro decreta il gesto con un rigore. Fra le grandi proteste dei capitolini, Dyakov va sul dischetto ed osa troppo: segnare con un cucchiaio, a mo’ di Totti, non è la sua specialità e si vede, Berisha blocca senza problemi la fioca palombella centrale.
Verso il quarto d’ora, anche la Lazio si sveglia: il migliore è Keita, l’unico in grado di crearsi spazi, saltare l’uomo e bruciare la retroguardia avversaria in velocità, gli manca solo un buon rifinitore pronto a raccogliere il suo seminato. L’asse Lulic-Keita continua a produrre, ma in avanti la squadra di Reja pecca di mordente, Klose lavora troppo in copertura e non è mai pungente, Felipe Anderson si mette in mostra più per demeriti che per pregi. Intanto il Ludogorets dimostra di esser in partita, Marcelinho in particolare riesce a smarcarsi ed andare al tiro, fortunatamente Berisha si dimostra sempre molto attento e non si fa sorprendere. Partita blanda, bisogna arrivare alla mezz’ora per vedere la prima vera occasione della Lazio: Keita s’invola sull’out sinistro, dribbla e va sul fondo, serve Klose in mezzo all’area che tenta un colpo di tacco senza riuscire a direzionare il pallone. Sul fronte opposto, ancora Marcelinho, stavolta è la traversa ad essere presente dove l’estremo difensore laziale non può nulla, brividi per l’Olimpico.
La manovra sterile, già vista a Catania, non dà spunti agli uomini di Reja che allora ci provano da calcio piazzato: Biglia tira fuori dal cilindro un grande tiro a giro, tanto quanto l’eccellente parata di Stoyanov che controlla la sfera in tuffo evitando anche il calcio d’angolo.  Verso la fine della prima frazione, ancora più Ludogorets che Lazio: prima, Aleksandrov triangola bene con Bezjak e va al tiro, fuori di pochissimo, poi il meritato vantaggio proprio ad opera dell’attaccante sloveno che, con un fulmine dalla distanza, punisce l’unica disattenzione di Berisha che parte in ritardo e non ci arriva.
Finisce fra i fischi il primo tempo.

Secondo Tempo – Al rientro dagli spogliatoi è la Lazio ad essere più aggressiva, spinge subito sull’acceleratore. Felipe Anderson ha voglia di riscatto dopo il deludente primo tempo, ci prova nuovamente da fuori, trova Stoyanov che si fa aiutare dal palo per respingere, successivamente si procura un rigore che decide a tutti i costi di voler trasformare, ma ancora il portierone del Ludogorets gli nega la goia del gol. Doccia fredda per Reja, Lotito e Tare, raggelati in tribuna.
La partita è nella fase più concitata, viene espulso Dyakov per un entrata da dietro su Biglia che gli vale il secondo giallo, intanto il tecnico goriziano decide che è arrivata l’ora di gettare nella mischia Candreva, entra al posto del triste Felipe Anderson che abbandona il campo tra i fischi. Tuttavia, il match va spegnendosi, i bulgari pensano soltanto a chiudersi nella propria metà campo e la Lazio affanna in fase offensiva; si gioca a centrocampo. E’ l’occasione giusta per Kakuta, al debutto, Reja prova ad aumentare il valore offensivo inserendo il giovane francesino al posto di Lulic, proprio lui si rende subito partecipe con un tiro da fuori dopo pochi minuti dal suo ingresso. La partita scivola via in modo equilibrato, la tensione aumenta e Cavanda la fa grossa: fallo inutile e scomposto a metà campo, gioco pericoloso, espulsione diretta.  Quando sembra ormai tutto compromesso, la Lazio inizia a tirare fuori carattere e ci prova in contropiede, orchestrato da Radu che scarica a Klose, il quale trova Candreva libero in area con un delizioso pallonetto inaspettato: l’esterno della Nazionale italiana si coordina e schiaccia un tiro da pochi metri dalla porta, viene però salvato sulla linea dall’intervento provvidenziale del neo-entrato Espinho. Partita stregata per i capitolini, il pallone non ne vuole sapere di entrare. La disperata ricerca del pareggio passa per Candreva, quello che ci crede di più, prova a tirare da ogni lato, ma trova sempre un vigile Stoyanov; ci prova anche Radu, nulla da fare, il portiere bulgare è il migliore in campo.
Nei minuti di recupero è ancora Candreva ad involarsi nell’ 1 vs 1 su un contropiede, ma ha la meglio nuovamente l’estremo difensore del Ludogorets che respinge il suo sinistro da posizione ravvicinata.
E’ l’atto finale della partita, i bulgari soffrono nel secondo tempo, ma alla fine conquistano la vittoria.

Soddisfatto Stoev che non poteva chiedere di meglio al suo Ludogorets, la squadra ha capitalizzato quanto di buono fatto nel primo tempo e contenuto nel secondo, riuscendo a strappare un risultato fondamentale in vista del ritorno in Bulgaria. Ora la qualificazione è realmente possibile.
Molto male la Lazio, prosegue la striscia negativa di Reja dopo la batosta di Catania. Lo spettro di Petkovic è sempre più concreto, i problemi si stanno ripresentando tutti, la squadra è scialba e sfaticata, poco cinica in avanti ed incapace di dominare gli avversari. Adesso in Bulgaria serve l’impresa, sarà una bolgia.