Riacciuffati per tre volte, gli uomini di Reja vengono eliminati per il pesante risultato della partita d’andata, a Sofia finisce 3-3.
Stadio ricolmo, tutta la Bulgaria a sostenere il Ludogorets. E’ una sfida difficile, Reja ne è consapevole, non fa cambi rispetto quanto provato nell’arco della settimana: verrà schierato il 4-2-3-1 anziché il 4-3-3 puro, Keita e Candreva arretrati sulla trequarti, Ledesma in cabina di regia e Perea stavolta preferito a Klose (per conservare il tedesco per la trasferta di Firenze). Stoev ha le idee chiare, le ha sempre avute, si prepara ad affrontare la Lazio così come l’ha già battuta: stessa formazione, stessi uomini.
Primo Tempo – E’ un inizio raggelante per i bulgari: pochi secondi dopo il calcio d’inizio, Keita prende il pallone e sfonda dal lato sinistro, s’accentra e, palla al piede, s’invola verso la porta ed insacca il pallone approfittando dell’esitazione di Stoyanov. Non poteva chiedere di meglio Reja, vantaggio Lazio e risultato subito rimesso in parità. Il talento spagnolo della Lazio è scatenato, galvanizzato dal gol, pochi minuti dopo tenta di mettere in cassaforte la qualificazione siglando la seconda rete con un tiro rasoterra dal limite dell’area, ma il pallone finisce a lato. I biancocelesti controllano il match, inaspettatamente, sotto gli occhi di uno stadio ammutolito ed un Ludogorets spaesato. Ci provano allora i singoli individui a risvegliare la squadra di casa, Marcelinho prova a crearsi da solo gli spazi, ma il (solito) insuperabile Biava non gli lascia nessuna chance. Al decimo si vede per la prima volta il Ludogorets, così come avevano conquistato la gara all’Olimpico, con le ripartenze e con Bezjak, ma stavolta la conclusione del serbo sfuma in un nulla di fatto. La Lazio (inusualmente) riesce a pungere in avanti, il Ludogorets rimane comunque ordinato e pronto a sfruttare le disattenzioni degli avversari, Marcelinho è l’uomo chiave delle azioni bulgare. La partita è molto vivace, poco dopo il quarto d’ora Candreva prova ad infiammarla con una spizzata di testa su un traversone di Keita, ma Stoyanov stavolta non si fa sorprendere e para in due tempi; nella ripartenza, è ancora Marcelinho a provarci, trovandosi il pallone inaspettatamente fra i piedi dopo un “liscio” di Bezjak, ma la conclusione è imprecisa.
Dopo lo scoppiettante avvio, i ritmi si riequilibrano ed è il Ludogorets a dimostrarsi più organizzato e controllare il gioco, forte anche del grande sostegno del pubblico di casa. Bezjak tenta l’eurogol di rovesciata, non impensierendo Marchetti, ma i bulgari premono e conquistano terreno con numerosi calci piazzati. La partita si spegne verso il finire del primo tempo, molte le energie sprecate nei primi minuti, entrambe le squadre necessitano del break per riorganizzarsi e recuperare le forze.
Secondo Tempo – Al rientro il Ludogorets torna in campo con aggressività, subito in proiezione offensiva, cercando l’incornata dall’ennesimo calcio d’angolo conquistato. Anche la Lazio non sembra aver intenzione di subire, cinque minuti dalla ripresa e subito l’occasione per chiudere il match: Candreva pennella un cross sul quale Perea non arriva alla palla di un soffio, ma lo stoicismo viene appagato quando Onazi lancia il colombiano con un preciso passaggio filtrante dopo una cavalcata inarrestabile in contropiede, stavolta il “Coco” non si fa sfuggire l’occasione ed infila la sfera in rete. Doppio vantaggio biancoceleste, ed ora per i bulgari diventa veramente difficile. La Lazio assume il controllo della partita, fa girare palla e non rischia di subire ripartenze, il Ludogorets è alle strette.
Nel momento migliore, Bezjak sprona i suoi: sessantacinque minuti sul cronometro, il serbo fa partire un gran destro (come all’andata), ma Marchetti gli nega la gioia del gol servendosi anche dell’aiuto del palo. Tuttavia, poco dopo, nulla può quando il tiro viene sporcato dalla deviazione di Radu e prende in controtempo il portiere della Nazionale. Si riapre la partita, ora i bulgari tornano a crederci e spingere, mettendo in difficoltà la Lazio soprattutto sugli esterni, Konko non sembra reggere più il ritmo della partita. I capitolini subiscono e non accennano ad una reazione, Reja prova ad inserire Klose per Perea per smuovere la sua squadra, ma una papera di Marchetti getta al vento tutto il lavoro svolto per ottanta minuti: Zlatinski tira uno spiovente dalla lunghissima distanza, un lancio lungo mal calibrato, ma sul controllo del pallone il portiere laziale finisce in porta. Incredibile pareggio, tutto da rifare e così è, proprio come contro il Sassuolo: azione successiva, Ledesma lancia Biglia che impegna di testa Stoyanov, sulla respinta il più lesto è Klose che riporta la sua squadra in vantaggio. Non è finita, Stoev e tutta Sofia incitano il Ludogorets a crederci, schiacciano la Lazio nella propria metà campo ed allo scadere hanno la meglio: ancora Marchetti esitante in uscita, ne approfitta il neo-entrato Juninho Quixada che lo anticipa e lo supera con un pallonetto.
Finisce così la partita, malgrado il pareggio interno il Ludogorets passa agli ottavi di finale forte del risultato dell’andata.
Grande festa in Bulgaria, l’impresa (sofferta) è riuscita e per la prima volta nella storia il Ludogorets è agli ottavi di finale di Europa League. Bravissimi a crederci fino all’ultimo, sostenuti anche dal pubblico che sarà il dodicesimo uomo in campo in grado di fare la differenza.
Parte bene ma chiude male la Lazio. Se da un lato il carattere, ed il talento, si è visto, dall’altro si è subita una mentalità timorosa che non porta mai Reja a chiudere le partite. Gettare al vento per tre volte il vantaggio, sommato alla sconfitta casalinga, è l’emblema che sancisce la stagione di alti e bassi di questa Lazio.