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La squadra di Conte non riesce a ribaltare la sconfitta di Lisbona e dice addio al sogno finale, complici un paio di occasioni non sfruttate al meglio e qualche perdita di tempo dei giocatori del Benfica. Nell’altra semifinale trionfa il Valencia, ma la “remuntada” è stroncata a 90′ inoltrato, con il gol del solito Mbia che spedisce il Siviglia a Torino.

 

Juve-Benfica 0-0, per la prima volta in stagione i bianconeri non segnano nemmeno un gol allo Juventus Stadium, proprio nella partita in cui più di tutte serviva, almeno in Europa. Perché il bello di questa amara eliminazione per mano del Benfica è che fra soli tre giorni la squadra di Conte potrebbe lasciarsi alle spalle tutta la delusione nel migliore dei modi possibili, con la vittoria del terzo Scudetto consecutivo contro l’Atalanta. E in effetti l’obiettivo primario dichiarato a inizio anno della Vecchia Signora era proprio il campionato, con un occhio di riguardo per l’Europa. Certo, non veniva presa in considerazione un’eventuale eliminazione dalla Champions League, per cui la finale di Europa League a Torino non interessava ai bianconeri. Però una volta che quel dramma sportivo della partita di Istanbul si è consumato, più di qualche pensiero nella testa di Conte era rivolto al 14 maggio, perché immaginava sicuramente un finale di stagione meraviglioso, magari con un double che lo avrebbe fatto entrare ancor di più nella storia juventina. Ora, a maggio iniziato, il terzo Scudetto è cosa fatta, l’Europa League è svanita al penultimo atto. Rimane comunque una stagione esaltante, la Juve è infatti la prima squadra italiana a essere tornata in una semifinale di competizione europea dopo quattro anni, e per poco non raggiungeva la finale. Il Benfica, si sapeva, era la peggior scelta possibile ai sorteggi e lo ha dimostrato nella doppia sfida riuscendo a essere efficace offensivamente all’andata, a difendersi egregiamente al ritorno, insomma una squadra esperta e completamente in sintonia con un allenatore molto bravo come Jorge Jesus, vero fautore di questa qualificazione (è riuscito a mantenere alta la concentrazione nonostante la già conquistata vittoria del campionato) e di una stagione ricca di soddisfazioni anche in patria (il Benfica è in finale in entrambe le coppe nazionali portoghesi), che potrebbe concludersi con un en plein di quattro titoli su quattro. La Juve però può recriminare, perché obbiettivamente nella doppia sfida chi meritava di approdare in finale era la squadra italiana, per il numero di occasioni create e per l’impegno messo in campo, eguale a quello dei portoghesi, che invece hanno tirato in porta solamente due volte pervenendo peraltro ai gol decisivi al Da Luz. Si può inoltre recriminare per come sia finita la partita di ieri sera, di fatto conclusasi all’84’ con l’infortunio di Markovic, che ha dato il via a una carrellata di situazioni deleterie per la Juve, con il gioco che di fatto è ripreso al 92′. Sei poi i minuti di recupero concessi da Clattenburg (probabilmente dovevano essere almeno nove), ma a quel punto la concentrazione è saltata e la tensione e la fretta mangiano le gambe, infatti l’unica mezza occasione juventina arriva da calcio d’angolo, un lusso per i portoghesi, che, curiosità, sono la quarta squadra su quattro finaliste a gioire della qualificazione in trasferta (come Real e Atlético in Champions e Siviglia in Europa League), beffa ulteriore per i 44 mila dello Stadium, che quindi il 14 maggio vedrà affrontarsi una portoghese e una spagnola.

PRIMO TEMPO

Due novità nella Juve rispetto alla partita di andata, infatti ci sono Vidal e Llorente e non Marchisio e Vucinic negli undici iniziali, mentre Jorge Jesus sostituisce lo squalificato Gomes con Ruben Amorim e ritrova Gaitán a centrocampo (fuori Sulejmani). Partenza a razzo del Benfica, con Rodrigo che per poco non sfrutta una delle caratteristiche rimesse lunghe di Maxi Pereira vedendo il suo tiro a botta sicura impattare sul corpo di un provvidenziale Lichtsteiner. Non arriva il gol come all’andata, ma i portoghesi sono altresì aggressivi e pressanti, a volte troppo (subito un fallo da dietro di Luisão su Tevez). Bene da subito invece la difesa bianconera, un po’ timorosa ma attenta e precisa, con Bonucci che per esempio ferma Lima al limite dell’area con un bel contrasto al 6′. All’8′ primo squillo juventino: ottima azione corale che libera al tiro Pirlo, il suo mancino è forte ed è deviato sopra la traversa da Oblak, portiere sloveno preferito a Artur Moraes. Sul calcio d’angolo seguente schema ben riuscito che libera Vidal al tiro, palla alta di molto nonostante la buona posizione del cileno. Buoni ritmi in questa fase di gioco, bravissimo Chiellini al 14′ a sopperire a un errore di Asamoah spazzando un pallone pericoloso controllato da uno scatenato Markovic, trovato da un lancio millimetrico di Garay. Dopo un inizo arrembante però, il Benfica si spegne ed è costretto a rifugiarsi nella propria area a causa della continua ricerca di trame di gioco della Juve, che è brava ad alzare il baricentro e comincia ad avere le sue occasioni da gol: al 20′ ancora Vidal protagonista con un tiro al volo strano ma molto pericoloso, palla sulla parte alta della rete con Oblak sorpreso, al 25′ ci prova Tevez, applaudito sugli spalti dall’invitato speciale di serata, Diego Armando Maradona. E’ comunque Vidal l’uomo in più di questo primo tempo juventino, oltre che per l’applicazione e l’aggressività messa su ogni contrasto anche per le sue sortite offensive: al 36′ ci prova con un colpo di testa imperioso che sfiora il secondo palo, al 45′ va vicinissimo al vantaggio con un altro colpo di testa, stavolta con pallone schiacciato a terra, che supera Oblak ma trova la deviazione decisiva di Luisão sulla linea di porta. Un minuto prima era stato Tevez a sfiorare l’1-0 non riuscendo clamorosamente a spizzare su sponda di Bonucci da calcio d’angolo, insomma una Juve dal finale in crescendo.

SECONDO TEMPO
Si torna in campo con il Benfica ancora momentaneamente qualificato e sotto un diluvio tremendo, con la pioggia battente dell’intervallo che si trasforma presto in grandine. Come nel primo tempo, è Rodrigo ad avere la prima occasione sfiorando il gol con un mancino al volo fuori di non molto. Lo stesso attaccante spagnolo qualche minuto dopo fa infuriare Buffon colpendolo ad una mano mentre il portiere bianconero usciva in presa bassa per anticiparlo: Clattenburg lo ammonirà, così come farà su Pérez al 61′ per fallo su Tevez. Il calcio di punizione seguente vede Oblak non perfetto nel respingere l’insidiosa ma centrale conclusione di un Pirlo non ispiratissimo. Al 64′ fallo di Asamoah su Pérez che gli costa il terzo giallo di serata, ma che probabilmente innervosisce ancora di più l’argentino, che pochi minuti dopo riserva lo stesso trattamento a Vidal, venendo espulso per doppia ammonizione: Benfica in dieci per i prossimi 25 minuti. Jorge Jesus corre ai ripari inserendo Almeida, un esterno difensivo, per Rodrigo, poi brividi per un tiro bello ma centrale di Tevez, su cui Oblak è molto attento. Iniza la girandola dei cambi: Giovinco dentro per Bonucci, passaggio al 4-3-3 per Conte, che al 79′ inserisce pure Osvaldo e Marchisio per Llorente e Vidal, Jesus dà invece spazio al talento di Salvio nonostante la frattura al braccio rimediata una settimana e mezzo fa. All’80’ comunque arriva la migliore occasione per la Juve: il neo entrato Marchisio pennella un pallone “alla Pirlo” per Lichtsteiner che si trova completamente libero davanti ad Oblak, ma lo svizzero non riesce clamorosamente nel controllo, buttando via un’incredibile opportunità a 10′ dal termine (perché non ha provato il tiro al volo?). Dopo due minuti gol annullato giustamente a Osvaldo, e qui si concludono di fatto le speranze bianconere, perché Clattenburg permetterà ai giocatori del Benfica di perdere minuti su minuti, spezzettando inesorabilmente il gioco: all’84’ si comincia con Markovic, che si distende dentro l’area di Buffon, l’arbitro ferma tutto e fa intervenire i sanitari con tanto di barella, ma pochi secondi dopo lo stesso serbo si alza con le sue gambe destando la rabbia di tutto lo stadio; al suo posto entra Sulejmani e siamo all’86’ inoltrato. Non passa neanche un minuto che Ruben Amorim rimane tramortito a terra dopo uno stacco in tandem con Chiellini, Clattenburg ordina un’altra volta l’ingresso dei medici mandando su tutte le furie la panchina bianconera e scatenando un contatto neanche troppo civile fra le due panchine, con Vucinic particolarmente vivace e tenuto a bada da alcuni suoi compagni. Altri minuti vengono persi e l’arbitro decide di punire il montenegrino della Juve e Markovic del Benfica, entrambi non della partita in quel momento, mandandoli negli spogliatoi prima del fischio finale. Al 90′ finalmente si riprende il gioco, ma ancora una volta passano pochi secondi e ricomincia la solita storia: stavolta però l’interruzione è d’obbligo, perché il povero Garay, già a terra dopo una mischia in area, viene colpito in maniera molto violenta seppur involontaria in pieno volto dal piede di Pogba, in caduta dopo un tentativo di rovesciata. L’argentino ha una vistosa e preoccupante ferita vicino all’occhio e deve uscire in barella coperto in volto, così arriviamo a 92′ inoltrato e con la decisione del sestetto inglese di decretare sei minuti di recupero, quasi irrisori se pensiamo agli effettivi otto persi nel finale più i vari cambi. Fatto sta che la Juve di questi minuti non riesce a essere lucida e anzi commette dei falli evitabili perdendo palloni anche innocui, però l’occasione della vita ce l’ha, ed è molto bravo Oblak a sventarla, parando senza problemi un colpo di testa disperato di Caceres.

In finale si affronteranno dunque Benfica e Siviglia, con gli andalusi capaci di andare sotto 0-3 al Mestalla (risultato che avrebbe qualificato naturalmente il Valencia) e di segnare il gol-beffa al 94′ con un colpo di testa del nuovo eroe Mbia, autore anche del primo gol all’andata (il famoso gol di tacco in fuorigioco chilometrico).

TABELLINO E PAGELLE
Juventus (3-5-2): Buffon 6; Caceres 6, Bonucci 6 (73′ Giovinco 5.5), Chiellini 5.5; Lichtsteiner 5.5, Vidal 6 (79′ Marchisio 6), Pirlo 5.5, Pogba 6.5, Asamoah 5; Tevez 5.5, Llorente 5 (79′ Osvaldo sv). A disp.: Storari, Barzagli, Padoin, Vucinic. All.: Conte

Benfica (4-2-3-1): Oblak 6.5; Pereira 6.5, Luisão 7, Garay 7, Siqueira 7; Amorim 6.5, Pérez 5; Markovic 6 (86′ Sulejmani sv), Rodrigo 5.5 (69′ Almeida 6), Gaitán 5 (76′ Salvio 5.5); Lima 5. A disp.: Artur, Jardel, Cavaleiro, Cardozo. All.: Jorge Jesus

Arbitro: Clattenburg (Ing)

Ammoniti: Asamoah; Rodrigo, Pérez, Oblak e Salvio (B)

Espulsi: Pérez al 67′, Markovic (B) e Vucinic all’89’ per comportamenti scorretti in zona panchine

(fonte immagine: it.uefa.com)