La Roja replica a Brasile e Italia e si aggiudica anch'essa la prima partita del girone di Confederations Cup, battendo di misura un Uruguay piuttosto modesto che si è svegliato solamente nel finale con un bel gol di Luis Suárez.
Il punteggio trae un po' in inganno: le Furie Rosse sono state in completo controllo della gara per tutti i novanta minuti, con un magnifico Iniesta in particolare nel primo tempo e i due gol di Pedro e Soldado che hanno chiuso il discorso tre punti in poco più di mezz'ora. La Spagna non ha avuto molti problemi a controllare il gioco, approfittando anche di una sorprendente pochezza tecnica da parte degli avversari, e in questo senso per una volta il Maestro Tabárez può essere incolpato di qualche errore, perché la formazione iniziale dell'Uruguay è stata quasi del tutto sbagliata. Un suicidio tattico mettere Gargano e Diego Pérez a fronteggiare Xavi e Iniesta, spaesato Gastón Ramírez sulla fascia, nessuna palla giocabile per Cavani e Suárez con Forlán e altri giocatori di talento in panchina a guardare la Celeste finire ben presto in balìa degli avversari, l'atteggiamento uruguayano è stato pessimo per oltre un'ora (fino all'ingresso di Lodeiro e Forlán) ma in generale i campioni in carica della Copa América non hanno fatto una gran figura, confermando un periodo di forma non positivo (la qualificazione ai Mondiali è ancora in dubbio, la vittoria dell'altro giorno in Venezuela ha ridato speranze), e per passare il turno servirà una prestazione di gran lunga superiore contro la Nigeria. Anche Del Bosque ha fatto diversi cambiamenti rispetto alle scelte previste alla vigilia, ma rispetto agli avversari le modifiche hanno avuto un senso: niente Torres, che sembrava avere il posto garantito, in attacco c'è Soldado; Pedro gioca largo a destra con Fàbregas a sinistra, il modulo diventa un 4-3-3 e il sacrificato diventa Javi Martínez, che avrebbe dovuto sostituire Xabi Alonso; in porta rientra il capitano Iker Casillas dopo sei mesi fuori rosa al Real Madrid. Si gioca all'Arena Pernambuco di Recife sotto una forte pioggia.
PRIMO TEMPO
Inizio sotto ritmo, entrambe le squadre necessitano fisiologicamente di qualche minuto per assimilare le numerose modifiche tattiche volute dai due commissari tecnici, la Spagna ben presto però capisce come posizionarsi al meglio in campo e al 10' Jordi Alba serve centralmente Fàbregas che dal limite colpisce il palo con un destro rasoterra. Al 16' altra bella combinazione in velocità ai venti metri, stavolta è Iniesta a calciare con Muslera costretto alla parata in due tempi dopo una prima presa non troppo efficace, quattro minuti più tardi arriva il vantaggio delle Furie Rosse: pallone respinto dopo un calcio d'angolo (curiosamente situazione spesso capitata anche all'Under-21 spagnola sabato pomeriggio contro la Norvegia nella semifinale dell'Europeo) che finisce nella zona di Pedro, destro potente indirizzato probabilmente fuori che sbatte su Diego Lugano e finisce in rete, per la FIFA il gol è da assegnare all'esterno del Barcellona perché la sua intenzione era quella di tirare ma senza la fortuita deviazione del capitano uruguayano difficilmente il pallone sarebbe entrato. Al 27' Xavi prova a emulare Pirlo con una punizione simile a quella del vantaggio italiano contro il Messico (curiosamente allo stesso minuto e da posizione pressoché identica) ma la sua conclusione passa soltanto vicina all'incrocio dei pali, su calcio piazzato si fa vedere per la prima volta anche l'Uruguay ma Cavani riesce esclusivamente a sfiorare di testa la palla scodellata da Suárez e Casillas non ha problemi a bloccare. Al 32' la Spagna realizza il 2-0: gran passaggio di Fàbregas che pesca Roberto Soldado libero al limite dell'area (tenuto in gioco da Maxi Pereira, che non era salito come i suoi compagni di reparto), per la punta del Valencia è facile piazzare il destro alle spalle di Muslera e ripagare con un gol la fiducia del tecnico. Nessuna reazione da parte dei sudamericani, totalmente fuori partita: al 38' Piqué sfiora il tris ma la sua conclusione a botta sicura su calcio d'angolo battuto in mezzo viene salvata con i piedi da Muslera, al 44' cross di Iniesta sul secondo palo per Sergio Ramos che riesce ad arrivare sul traversone di Don Andrés ma non può trovare la porta.
SECONDO TEMPO
Fuori Gastón Ramírez e dentro Álvaro González, il modulo dell'Uruguay resta un 4-4-2 ma almeno con due esterni di ruolo, tuttavia non cambia il tema dell'incontro perché la Spagna continua a dominare senza sosta, al 50' su un cross basso di Pedro dalla destra Soldado manca per un soffio l'appuntamento con la doppietta. Cinque minuti dopo Fàbregas ci prova dalla distanza con Muslera che blocca, successivamente giocata spettacolare di Iniesta che ne irride tre in pochi metri ma il suo rasoterra di sinistro finisce sul fondo non di molto. Con enorme ritardo Óscar Washington Tabárez corre ai ripari e toglie i mediocri Gargano e Pérez (ai limiti del grottesco la partita del giocatore dell'Inter, che poco prima di uscire si era "esibito" in un controllo di palla inaccettabile per un giocatore titolare in una competizione internazionale) inserendo la qualità di Lodeiro e lo spessore di Forlán ma nel frattempo la Spagna può gestire a suo piacimento il ritmo, il tiki-taka (non particolarmente apprezzato dal pubblico brasiliano) porta un possesso di palla ben superiore al 70%. Al 64' altra occasione per gli iberici con Jordi Alba che sfonda per l'ennesima volta sulla fascia sinistra (Maxi Pereira sempre assente), il tiro di Iniesta viene ribattuto ma subentra Pedro che manda a lato, nell'ultimo quarto d'ora si vede finalmente l'Uruguay: prima Cristian Rodríguez penetra centralmente calciando però in precario equilibrio e non riuscendo a indirizzare la sua conclusione, poi all'88' Luis Suárez si procura una punizione dai venticinque metri (fallo di Sergio Ramos, inspiegabilmente mai ammonito dall'arbitro giapponese Nishimura nonostante una serie esagerata di interventi duri) che lui stesso trasforma con una traiettoria che si insacca tra primo palo e Casillas. La rete del giocatore del Liverpool, seguito dal Real Madrid alla pari del suo compagno di reparto Cavani (molto meno incisivo il capocannoniere dell'ultima Serie A, quasi mai pericoloso), non riesce però a riportare in partita la sua nazionale, perché di tempo per completare la rimonta ce n'è poco e i sei minuti finali, recupero incluso, passano senza ulteriori opportunità per modificare il risultato.
Con questo successo la Spagna si mette in una posizione di relativa tranquillità in vista del passaggio alle semifinali, il fatto di poter giocare contro la matricola Tahiti nel prossimo turno è di fatto una garanzia di arrivare all'ultima giornata a punteggio pieno e con la possibilità di vincere agevolmente il girone. Per l'Uruguay saranno tre giorni di riflessioni su quali modifiche apportare all'undici titolare perché la Celeste ha peccato soprattutto in fase di impostazione e di raccordo fra il centrocampo e l'attacco, il match con la Nigeria è di quelli da non fallire.
IL TABELLINO
Spagna (4-3-3): Casillas; Arbeloa, Sergio Ramos, Piqué, Jordi Alba; Iniesta, Busquets, Xavi (77' Javi Martínez); Pedro (81' Mata), Soldado, Fàbregas (65' Cazorla). Commissario tecnico: Del Bosque
Uruguay (4-4-2): Muslera; M. Pereira, Lugano, Godín, Cáceres; Ramírez (46' A. González), Pérez (69' Forlán), Gargano (63' Lodeiro), C. Rodríguez; Cavani, Suárez. Commissario tecnico: Tabárez
Arbitro: Yuichi Nishimura della federazione giapponese (Sagara – Nagi; Kuipers)
Reti: 20' Pedro, 32' Soldado, 88' Suárez (U)
Ammoniti: Cavani, Lugano (U), Piqué, Arbeloa (S)
[Immagine presa da as.com]