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Finalmente l'attesa è terminata: questa sera, alle 22 ora italiana, andrà in scena all'Estadio Nacional di Santiago la finale della Copa América tra Cile e Argentina.

 

I pronostici vedono favorita l'Argentina del Tata Gerardo Martino, tecnicamente opulenta, dotata di una quantità di talento che poche selezioni hanno avuto, ma il Cile farà leva su un fortissimo sentimento nazionale, su un sistema tattico rigoroso e sulla fame di vittorie, perché la Roja non ha mai vinto una Copa América.

La fame di trofei è un fattore anche per l'Albiceleste, che dopo la delusione del Maracanã deve vincere questo trofeo continentale, probabilmente una delle ultime occasioni per questa stellare generazione di vincere qualcosa.

Sul piano tattico, si sfidano le due squadre più preparate: Jorge Sampaoli e Gerardo Martino sono due tecnici vincenti e geniali, perseguitori di grandi idee di gioco, espresse rispettivamente nell'Universidad de Chile e nel Newell's Old Boys, sviluppando in modo differente i principi di un maestro comune: il Loco Marcelo Bielsa. Entrambe le squadre cercheranno di fare la partita, ma il contropiede può essere un'arma letale per entrambe le squadre: la sensazione è che, mai come questa sera, sarà importante avere una difesa solida. Il Cile gioca con l'enganche, il Mago Jorge Valdivia, mentre l'Argentina attacca sugli esterni con Lionel Messi e Ángel Di María. La linea della Roja ha una caratteristica fisica preoccupante: nessun componente arriva al metro e ottanta di altezza, tranne Albornoz, che è in ballottaggio con Eugenio Mena per una maglia da titolare. Questo fattore potrebbe avere un'incidenza nell'economia della gara, soprattutto sulle palle inattive, dove l'Argentina fa salire autentiche torri come Garay e Otamendi, in grado di sovrastare i piccoli cileni. Il pressing sarà una delle chiavi del match e il Cile ne fa un proprio marchio di fabbrica: molto probabile un disturbo costante ai danni di Javier Mascherano, l'uomo incaricato di far partire la manovra albiceleste. Inoltre, la difesa cilena mantiene un linea sempre molto alta: atteggiamento propositivo, ma rischioso su eventuali contropiedi, perché quest'Argentina, in campo aperto, è una sentenza.

Lo scontro tecnico è obiettivamente impari: il tridente dell'Argentina non ha eguali sul piano del talento, la difesa albiceleste è più solida e il centrocampo coniuga qualità e intelligenza. Il Cile, dal canto proprio, è tutt'altro che spacciato, e la partita sarà molto più equilibrata di quanto dicano i singoli: la grinta, la tattica, la fame di trofei e la voglia di non sfigurare davanti ai propri tifosi spingeranno la Roja a giocare un match all'ultimo samgue. Nonostante tutto, anche il Cile farà affidamento a grandi individualità, inserite in un contesto tattico organizzatissimo: uno su tutti Alexis Sánchez, attaccante di talento cristallino, che ancora si è dimostrato poco incisivo in zona gol. A centrocampo, la qualità e la grinta di Arturo Vidal, uomo simbolo di questo Cile, che deve condurre il popolo di cui è figlio come nessuno fino alla prima vittoria in Copa América. E ancora, la pura garra di Gary Medel e la classe infinita del già citato Jorge Valdivia, il movimento di Charles Aránguiz e la sicurezza in porta di Claudio Bravo: il Cile se giocherà a viso aperto.

L'armata albiceleste, invece, sfiora la soglia dell'illegalità: Lionel Messi, il miglior giocatore al mondo, è affiancato da un fenomeno con Sergio Agüero, a sua volta assistito da Ángel Di María, fuoriclasse assoluto che completa il tridente. Il centrocampo è dominato da Javier Mascherano, assistito da due giocatori di estrema qualità: Lucas Biglia, che in fase di non possesso si abbassa sulla linea del Jefecito, e Javier Pastore, trequartista di classe cristallina, estetico come pochi, che finalmente sta trovando un ruolo da protagonista anche in nazionale. In difesa Zabaleta, Otamendi, Garay e Rojo danno maggiore solidità a un reparto che negli ultimi tempi è stato l'anello debole della Selección. In porta Sergio Romero, portiere sicuramente meno affidabile di Claudio Bravo, ma che quando è in giornata si conferma in un autentico gatto, sia in partita che negli eventuali calci di rigore.

Tecnica, tattica, suggestioni e motivazioni sono importanti nella lettura di una gara, ma ciò che accadrà nei novanta minuti dell'Estadio Nacional sarà totalmente imprevedibile e spettacolare, in pieno stile futbolistico.

Ancora poche ore e si farà la storia. Ancora poche ore e sarà Cile-Argentina.

Articolo scritto da Federico Raso (Twitter: @Federico_FR24)

[Immagine presa da foxsports.com]