Altro, ennesimo, tracollo dei Red Devils in una delle stagioni più negative della loro storia recente, nell’andata degli ottavi di finale di Champions League gli inglesi sono stati battuti per 2-0 in Grecia dall’Olympiakos con le reti di Alejandro Domínguez e Joel Campbell.
C’è molto poco, quasi niente, da salvare nella prima del Manchester United post-Sir Alex Ferguson: la Premier League è andata e pure qualificarsi in Champions League sarà difficile, la FA Cup è sfumata alla prima partita persa in casa contro lo Swansea, la Capital One Cup poteva essere un’ancora di salvezza ma l’incredibile epilogo ai rigori col Sunderland in semifinale ha fatto svanire pure quella, restava solo la Champions League con gli ottavi di finale contro l’Olympiakos, e anche qui… Non si può dire che l’eliminazione sia già cosa fatta, di certo servirà tutto un altro tipo di partita al ritorno per non uscire pure dall’Europa. Della squadra dominatrice del campionato solo un anno fa è rimasto pochissimo, quasi come se Ferguson andando via si fosse portato con sé tutta la forza e la qualità di un club in difficoltà fin dalla prima parte di stagione, alcuni giocatori danno l’impressione di essere ormai spaesati mentre altri non rendono più come sotto la gestione del leggendario manager scozzese e David Moyes, suo successore, non è riuscito finora a ottenere risultati degni dell’incarico ottenuto lo scorso maggio, incappando in una serie di disfatte mai viste negli ultimi venticinque anni di storia dello United. Stasera ad Atene c’era la possibilità di dare un minimo di continuità alla vittoria in campionato contro il Crystal Palace, i Red Devils si presentavano in Grecia forti di quattro vittorie su altrettante gare nei precedenti contro l’Olympiakos e un buon ruolino di marcia europeo, nonostante i tanti problemi, con quattro vittorie, due pareggi e solo tre gol subiti (senza mai passare in svantaggio) nel girone vinto davanti al Bayer Leverkusen. Tutto è invece andato storto: i greci hanno fatto la partita (quasi) perfetta, gli inglesi sono stati mediocri per novanta minuti e il 2-0 è servito. Contro una formazione leader indiscutibile del proprio campionato (l’Olympiakos è primo con venti punti di vantaggio sul PAOK e veniva da diciannove risultati utili consecutivi dopo la sconfitta al 90′ contro il PSG a novembre) serviva un altro tipo di prestazione, non certo mettere in campo una squadra lenta e sfiduciata, con poca qualità in mezzo (Carrick-Cleverley coppia centrale) e due dei più criticati sulle fasce (Valencia-Young, con il talentissimo Adnan Januzaj clamorosamente nemmeno in panchina). Míchel, ex centrocampista del Real Madrid di una ventina d’anni fa, ha dovuto far fronte all’assenza di Javier Saviola, infortunatosi nell’ultima gara di campionato, vista la partenza del bomber Kostas Mitroglou (ceduto a gennaio al Fulham) l’unica punta è Olaitan supportato dagli esterni Pérez e Campbell con El Chori Domínguez trequartista. Solito spettacolo in avvio al Karaiskakis, tutto esaurito fatta eccezione per uno spicchio di curva chiuso dall’UEFA per cori razzisti durante il match contro l’Anderlecht.
PRIMO TEMPO
Uno scivolone di Smalling, pressato da Hernán Pérez, lancia il contropiede greco orchestrato da Domínguez, la cui progressione sembra ricordare un gol strepitoso fatto all’Inter nel 2009 con la maglia del Rubin Kazan, dopo essere entrato in area l’argentino va al tiro venendo contrastato in maniera efficace da uno che il nerazzurro potrebbe vestirlo a breve, cioè Vidic. Ritmo bassissimo e poche idee, dal Manchester United ci si aspetterebbe di più e fa rabbrividire il primo tentativo, al 17′, un tiraccio di Cleverley sugli sviluppi di un corner terminato ampiamente a lato, la manovra degli inglesi è soporifera e non mette mai in difficoltà gli avversari, bravi invece a ripartire sfruttando soprattutto i due uomini di fascia, al 26′ l’ala argentina Hernán Pérez (prelevato a gennaio dal Villarreal, dove faceva per lo più panchina) salta ancora il pessimo Smalling e si accentra, destro sull’esterno della rete. È un primo tempo piuttosto noioso, a ravvivarlo ci pensa perlomeno un gol, al 38′, ovviamente dell’Olympiakos: cross di Campbell dalla destra respinto da Evra, raccoglie ai venticinque metri il capitano Maniatis, sinistro senza troppe pretese deviato a centro area da Alejandro Domínguez cambiando così la traiettoria e mettendo fuori causa de Gea. Terzo gol in questa Champions League per l’argentino ex River Plate, dopo quelli fondamentali per il passaggio del turno contro Benfica e Anderlecht, a blindare il vantaggio biancorosso ci pensa poco dopo Manolas anticipando tanti avversari in area su una punizione tagliata di Rooney per mettere sopra la traversa e portare le squadre all’intervallo sull’1-0.
SECONDO TEMPO
Non cambia il tema del match, a fare la partita è l’Olympiakos e dopo nove minuti dal fischio d’inizio della ripresa dell’arbitro italiano Gianluca Rocchi arriva il 2-0 con una splendida giocata di Joel Campbell, capace di saltare con un tunnel Carrick e piazzare con il mancino il pallone alle spalle di de Gea, forse partito con un attimo di ritardo in tuffo. Gol superlativo del ventunenne del Costa Rica (fate attenzione a questo nome: l’Italia se lo ritroverà contro il 20 giugno a Recife nella fase a gironi dei Mondiali), la cui grande prestazione avrà fatto piacere ad Arsène Wenger visto che è in prestito proprio dall’Arsenal. C’è solo una squadra in campo ed è ovviamente quella di casa, spinta dall’esaltazione del proprio pubblico, al 65′ Maniatis ci riprova ma col destro non trovando stavolta alcuna deviazione e la palla si perde sul fondo, due minuti dopo su centro di Campbell il nigeriano Olaitan controlla e tira fra tre avversari sfiorando un’incredibile tris. Malissimo il Manchester United, se possibile anche peggio del primo tempo già orribile di suo, nemmeno i cambi (Kagawa e Welbeck buttati in campo dopo il 2-0, sorprende fra le tante scelte di Moyes la rinuncia a Javier Hernández) riescono a dare un cambio di passo ai Red Devils, l’unico vero brivido in tutta la partita per il quasi inoperoso Roberto (autore di una prestazione invece sensazionale contro il Benfica ai gironi, definita la migliore da parte di un portiere di una squadra greca in Europa) arriva all’82’ quando su cross di Smalling Robin van Persie si libera bene in area divorandosi poi il 2-1, che avrebbe cambiato tutto in ottica qualificazione, mandando alto con il destro.
Il 2-0 del Karaiskakis è un risultato buono che l’Olympiakos però non dovrà ritenere già sufficiente per tornare ai quarti di Champions League dopo quindici anni (ultima volta contro la Juventus nella stagione 98-99), fra tre settimane all’Old Trafford è inevitabile che il Manchester United cercherà in tutti i modi di effettuare un’altra rimonta come successo in passato (anche se è da trent’anni che non rimonta un doppio svantaggio a livello internazionale), il problema per i tifosi inglesi è che adesso non c’è più Sir Alex in panchina ma il criticatissimo Moyes. Dopo cinque vittorie esterne il fattore campo si fa finalmente valere, è questo infatti il primo successo di una squadra di casa negli ottavi di Champions League dopo i quattro segni “2” della scorsa settimana e il 2-4 del Borussia Dortmund a San Pietroburgo contro lo Zenit nel pomeriggio.
IL TABELLINO
Olympiakos (4-2-3-1): Roberto; Leandro Salino, Manolas, Marcano, Holebas; Maniatis, N’Dinga; Campbell (67′ Fuster), A. Domínguez (76′ Machado), H. Pérez (86′ Valdez); Olaitan. Allenatore: Míchel
Manchester United (4-2-3-1): de Gea; Smalling, Ferdinand, Vidic, Evra; Cleverley (61′ Kagawa), Carrick; Valencia (60′ Welbeck), Rooney, Young; Van Persie. Allenatore: Moyes
Arbitro: Gianluca Rocchi della federazione italiana (Di Liberatore – Cariolato; Giallatini; Mazzoleni – Valeri)
Reti: 38′ A. Domínguez, 55′ Campbell
Ammoniti: Evra, Ferdinand (M)
[Immagine presa da uefa.com]