Conquista la prima vittoria anche in Champions League, questo Milan in difficoltà che con sofferenza strappa un 3-2 esterno a San Pietroburgo contro lo Zenit, tenendosi in piena corsa per la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta del torneo.
Mister Allegri, dopo la buona prestazione di Parma, conferma il 4-2-3-1, piazzando l’agile Bojan Krkic come terminale offensivo davanti al trio Emanuelson-Boateng-El Shaarawy. Parte a razzo la squadra ospite allo stadio Petrovsky, con i soliti 15 minuti di fuoco in cui il Milan in versione Bruce Banner si trasforma in Hulk (il riferimento all’attaccante avversario è puramente casuale) e sigla un uno-due che spezzerebbe le gambe a chiunque. Purtroppo, però, la punizione di Emanuelson deviata in porta dalla barriera e il gioiellino di El Shaarawy, sintesi di brillantezza, esplosività e agilità, non mettono fuori uso lo Zenit, a causa dell’inspiegabile ma ormai consueto stand-by dei Rossoneri, che abitudinalmente smette di giocare dal 20′ in poi. Ecco perchè, a forza di pallonate, nei minuti di recupero del primo tempo la saracinesca Abbiati si rompe e il bolide mancino di Hulk trafigge il numero 32 meneghino.
Al ritorno dagli spogliatoi Roman Shirokov sfrutta le risapute difficoltà dei ragazzi di Allegri nell’assumere le posizioni esatte sui calci piazzati e firma il gol del clamoroso ma meritato pareggio.
A quel punto, probabilmente per paura di subire ancora, il tecnico livornere rossonero toglie un “attaccante”, Emanuelson, per aggiungere Nocerino, che garantisce maggiore copertura dell’olandese. Paradossalmente, invece, è proprio l’entrata dell’ex Palermo a dare nuova verve alla squadra e una scossa alla partita. Da lì il Milan esce dalla sua rocca in difesa e torna a mettere in seria difficoltà gli azzurri di Spalletti. Fino al 75′, quando la provvidenza scende in campo, stavolta finalmente in favore del Diavolo, e su assist di Montolivo Pazzini si propone ma la palla viene deviata in gol da Hubocan per il 2-3 ospite. Dopo il terzo gol, il quinto della partita, riprende l’assedio russo, con un eccezionale Abbiati che salva il risultato nel finale con una prodezza su Anyukov.
Strana partita quella giocata dal Milan, che nel primo quarto d’ora dà la solita illusione di essere guarito, mentre nel resto della gara subisce i continui tentantivi degli avversari. Da apprezzare dunque la prima parte di gara e la prestazione di El Shaarawy, ormai faro di questa squadra. Mentre purtroppo la difesa continua a peccare di disattenzione sulle palle inattive e Boateng non sembra più quello di una volta.
Top 3
El Shaarawy: Come al solito, ormai dal match di Milano contro l’Anderlecht è il migliore dei Rossoneri. In Russia gli esce un gol da antologia, con doppio dribbling al limite dell’area, palla nascosta a Lombaerts che ricompare alle sue spalle e palla nel sacco. E’ lui il vero numero 10 del Milan.
Abbiati: Se i suoi compagni hanno portato a casa una vittoria in uno stadio difficile contro una squadra in crisi sì, ma comunque composta da singoli di prima fascia, il merito è sicuramente anche suo. Nel primo tempo blocca di tutto, anche tentativi di autogol, nel secondo tempo evita il secondo pareggio dei russi. Prestazione fenomenale.
Emanuelson: Corre, si propone, è il perno di quasi tutti i contropiedi milanisti, segna su punizione (anche se aiutato dalla barriera) e dopo poco sfiora il raddoppio. Se veramente quest’anno gli uomini di Allegri non riescono a gestire tutta la partita con il possesso palla, uno così è indispensabile.
Flop 3
Boateng: Ancora non ci siamo. Dei quattro davanti è quello meno propositivo e a questo punto non si sa perchè uno tra lui stesso e Allegri non si accorga che da trequartista, senza Ibrahimovic, il ghanese non può giocare.
Montolivo: la sua è una prestazione pressochè anonima, viene affiancato al mastino De Jong per impostare e fare un po’ di filtro, ma non fa nessuna delle due cose, infatti lo Zenit arrivava al tiro quasi in tutte le sue azioni offensive.
Difesa: La retroguardia rossonera ha evidenti problemi di concentrazione nel posizionamento e nel mantenimento della posizione stessa nelle azioni avversarie che scaturiscono da calci piazzati. Contro la Samp è costato il risultato, stavolta fortunatamente no ma è ora che qualcosa cambi in quelle circostanze.