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I blaugrana si impongono nella ripresa all’Etihad Stadium e ipotecano la qualificazione ai quarti di finale di Champions League, un rigore di Messi e il raddoppio di Dani Alves al 90′ condannano un Manchester City troppo rinunciatario.

 

Cosa succede quando al miglior giocatore del mondo viene opposto un difensore centrale lento, vecchio e non più adatto per certi palcoscenici? Il giocatore più forte del mondo se ne va via e il povero sventurato passa una serataccia, ovviamente. Mettere in marcatura su Leo Messi il connazionale Martín Demichelis, trentatré anni e una carriera ormai avviata verso la fine, è stato un suicidio tecnico da parte di Manuel Pellegrini, peraltro non l’unico commesso stasera dall’Ingeniero. Tutti, dopo aver letto le formazioni, sapevano che sarebbe andata a finire così e solo il tecnico cileno poteva sperare di reggere in questo modo, inutile dire che a condannare lui e il suo Manchester City sono state proprio le scelte scriteriate del prepartita. Contro un Barcellona sempre stratosferico ma non più quello di qualche tempo fa oggi i Citizens avevano una buona occasione per dimostrare di essere al livello dei più quotati avversari, e invece la qualificazione è praticamente già andata via verso la Catalogna, il rammarico per gli inglesi è forte perché sarebbe bastato osare un po’ di più per tenere ancora una speranza viva: come può una squadra reduce da 117 gol stagionali presentarsi in campo con cinque difensori e solo una punta? Ok, c’era la pesante assenza di Agüero, la squalifica di Milner e l’infortunio di Nastasic, però così è troppo… In Italia una formazione del genere sarebbe stata immediatamente bollata come “provinciale”, in Inghilterra magari non c’è un termine uguale ma i discorsi dell’immediata vigilia erano tutti sul 4-4-1-1 del City, con il doppio terzino a sinistra (Clichy-Kolarov) e l’esclusione di Nasri e Džeko, il primo reduce da un gol (da subentrato) nella gara di FA Cup contro il Chelsea. Barcellona tranquillo dei propri mezzi, a differenza dell’avversario, per Gerardo Martino è perciò semplice disegnare un 4-3-3 piuttosto classico con il ritorno dal primo minuto di Mascherano e la preferenza per Fàbregas al posto di Pedro come terzo uomo del tridente, ancora panchina per Neymar reduce da un infortunio e rientrato solo sabato (con gran gol) nel 6-0 sul Rayo Vallecano.

PRIMO TEMPO
La tattica attendista e difensiva di Pellegrini rende il copione scritto e prevedibile: il Barcellona fa possesso palla senza trovare grandi sbocchi in verticale e nel mezzo, il Manchester City si chiude e cerca di colpire in contropiede. Dopo un quarto d’ora di tiki-taka blaugrana gli inglesi provano a uscire dalla propria metà campo, al 17′ discesa del grande ex Yaya Touré e tocco sulla destra per Jesús Navas, il cross dell’esterno ex Siviglia è preda in due tempi di Víctor Valdés. È un altro spagnolo, Álvaro Negredo, ad andare vicino a sbloccare la situazione, su bella palla in verticale di Silva El Tiburón si infila in mezzo ai difensori avversari, determinante la scivolata di Piqué per costringerlo ad allargarsi e il tiro attraversa tutto lo specchio della porta senza entrare o trovare compagni. Ancora City al 25′ con una punizione battuta dentro, Kompany anticipa Valdés di testa, Fernandinho sulla linea non riesce a intervenire in mischia e il portiere recupera subendo poi fallo, poco dopo su un recupero palla al limite dell’ex Shakhtar Donetsk sinistro immediato di Negredo e facile parata di Víctor Valdés. Dopo un inizio spento la partita sembra decollare (solo un’illusione), al 32′ Xavi col destro da fuori impegna Hart costretto alla parata in due tempi, prima dell’intervallo Negredo manda fuori di testa un cross dalla destra. Si va al riposo con la sensazione che entrambe le squadre avrebbero potuto fare molto di più.

SECONDO TEMPO
La svolta decisiva del match – e forse della qualificazione – avviene dopo sette minuti: solita palla geniale di Iniesta per il taglio in profondità di Messi, per nessun motivo al mondo Demichelis può tenere il numero dieci in progressione e quindi interviene in scivolata, stendendolo. Inevitabile il cartellino rosso per chiara occasione da gol, secondo l’arbitro svedese Eriksson il fallo è avvenuto all’interno dell’area e quindi il Barcellona può usufruire di un rigore (le immagini non chiariscono del tutto, forse inizia leggermente fuori, decisione in ogni caso molto difficile), dagli undici metri si presenta ovviamente Lionel Messi il cui sinistro spiazza Hart e porta avanti i catalani. Pellegrini toglie Kolarov e Jesús Navas per mettere Lescott e Nasri (obbligatorio sostituire il buco lasciato da Demichelis e allo stesso tempo osare qualcosa), con questa doppia mossa se non altro gli inglesi si risistemano bene in campo, non consegnandosi all’avversario come in tanti avrebbero fatto in una situazione del genere, il Barça comunque ha spazi per colpire e in due minuti sfiora il raddoppio sempre con azioni partite dalla destra, prima Dani Alves crossa per Xavi che di destro manda alto e poi l’esterno brasiliano fa tutto da solo chiudendo un triangolo con Sánchez ma mandando fuori di collo destro davanti a Hart. Gli ultimi venti minuti vedono il City alla disperata ricerca del pari, Clichy si crea una buona chance sbagliando tutto al momento del cross (palla regalata al portiere), al 77′ grande azione avviata da un’apertura magistrale di Yaya Touré, Zabaleta tocca al centro per Silva, controllo e tiro con il destro dell’ex Valencia e bravo Víctor Valdés a bloccare a terra. Il Barcellona costruirebbe l’azione del raddoppio all’81’, invalidata dall’assistente per un fuorigioco inesistente di Fàbregas quando ormai Piqué stava mettendo in rete a porta vuota, lo 0-2 è solamente rinviato e arriva al novantesimo, su tocco di Neymar si inserisce nuovamente Dani Alves, quasi una fotocopia dell’azione del minuto sessantotto, stavolta il tiro avviene col piatto destro e termina sotto le gambe di Hart: gioco, partita, incontro e di fatto pure qualificazione.

Servirà un qualcosa di difficile da concepire il 12 marzo nel ritorno in programma al Camp Nou per non vedere il Barcellona tra le otto formazioni presenti nel sorteggio dei quarti di finale, la qualificazione è quasi certa con questo netto 0-2 e i tabloid inglesi sono già pronti al massacro per le scelte di Pellegrini (chissà Mourinho come avrà commentato davanti alla tv, dopo le tante polemiche della scorsa settimana). Questo risultato cambia inevitabilmente le priorità delle due squadre, il Barça adesso potrà per qualche settimana concentrarsi sulla Liga, dove è primo assieme ai due club di Madrid, mentre il Manchester City dovrà cercare di non farsi sfuggire Premier League e/o FA Cup per evitare di rendere la stagione completamente negativa.

IL TABELLINO
Manchester City (4-4-1-1):
Hart; Zabaleta, Kompany, Demichelis, Clichy; Jesús Navas (58′ Nasri), Fernandinho, Y. Touré, Kolarov (57′ Lescott); Silva; Negredo (74′ Džeko). Allenatore: Pellegrini
Barcellona (4-3-3): Víctor Valdés; Dani Alves, Piqué, Mascherano, Jordi Alba; Xavi, Busquets, Fàbregas (86′ Sergi Roberto); Sánchez (74′ Neymar), Messi, Iniesta. Allenatore: Martino
Arbitro: Jonas Eriksson della federazione svedese (Klasenius – Wärnmark; Gustavsson; Johannesson – Strömbergsson)
Reti: 54′ rig. Messi, 90′ Dani Alves
Espulso: Demichelis (M) al 53′ per fallo con chiara occasione da gol
Ammoniti: Dani Alves, Mascherano (B), Negredo, Kolarov (M)

[Immagine presa da uefa.com]