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Approfittando del periodo natalizio SpazioCalcio.it dedica uno spazio alla presentazione delle squadre che affronteranno le italiane alla ripresa di Champions League ed Europa League a febbraio: oggi riflettori puntati sull’Atlético Madrid, prossimo avversario del Milan negli ottavi della massima competizione continentale per club.

 

Lo stato di forma
Il 2013 dei Colchoneros è stato un anno ricco di soddisfazioni e con un trofeo aggiunto alla propria bacheca: il 17 maggio, con il 2-1 ai supplementari sui rivali cittadini del Real, l’Atlético ha vinto la Copa del Rey per la decima volta nella sua storia, vincendo nuovamente il derby della capitale dopo tredici anni e mezzo. Nella Liga, dopo il terzo posto della scorsa stagione con settantasei punti, gli uomini di Simeone hanno ulteriormente alzato il proprio rendimento nonostante la cessione di Radamel Falcao al Monaco, e arrivano a Natale in testa al campionato assieme al Barcellona con quarantasei punti, frutto di quindici vittorie, un pareggio (1-1 in casa del Villarreal) e una sconfitta (1-0 sul campo dell’Espanyol). Nel fortino del Vicente Calderón è in corso una serie di vittorie consecutive giunta a tredici (su quattordici gare stagionali, unica non affermazione l’1-1 contro il Barça nell’andata della Supercopa de España) e in campionato i biancorossi vantano il miglior attacco casalingo (trentatré gol) e la miglior difesa assoluta (undici reti subite). La qualificazione alla prossima Champions League sembra ormai essere al sicuro, con un colossale +17 sulla Real Sociedad quinta, è importante anche il vantaggio sul Real Madrid di Ancelotti (+5, con tanto di vittoria al Santiago Bernabéu nello scontro diretto) e sulla quarta, l’Athletic Bilbao di Valverde rivelazione della Liga ma staccato di tredici lunghezze. Diego Pablo Simeone, uno che in Italia ci ha passato gran parte della sua carriera (così come all’Atlético) giocando con Pisa, Inter e Lazio e allenando a Catania, sta facendo un lavoro straordinario dimostrando di essere un tecnico non solo preparato tatticamente ma anche capace di trasmettere la sua grinta e determinazione ai giocatori: l’allenatore argentino ha saputo spesso cambiare modulo optando a seconda delle partite per il 4-4-2 o in alternativa per il 4-2-3-1.

La rosa
L’organico a disposizione del Cholo è di primissimo livello e completo in ogni reparto, con un gruppo ben affiatato di titolari e sostituti di valore. La certezza in porta è Thibaut Courtois, erede designato di Petr Cech al Chelsea e in prestito ormai da qualche stagione; in difesa gli esterni Filipe Luís e Juanfran (il secondo vera e propria rivelazione, era arrivato dall’Osasuna come un’alternativa per il centrocampo) garantiscono costante spinta e buona copertura, i centrali Diego Godín e João Miranda sono una coppia talmente rodata che in estate Martín Demichelis, arrivato a parametro zero dal Málaga, è stato subito ceduto al Manchester City perché non avrebbe trovato spazio ottenendo peraltro una buona plusvalenza, mentre l’interessante difensore belga Toby Alderweireld, prelevato dall’Ajax a fine mercato, ha sinora giocato poco. In mezzo al campo c’è qualità da vendere, con il fortissimo Koke, l’esperto capitano Gabi, l’ex meteora juventina Tiago e Arda Turan, uno che quando è in giornata difficilmente può essere fermato, ma non bisogna dimenticare i ricambi di lusso rappresentati da Raúl García (vero e proprio dodicesimo uomo, tanto che spesso entra dalla panchina e segna), Cristian Rodríguez, Mario Suárez e la stella nascente Óliver Torres (classe 1994). Davanti il top: il discorso su Diego Costa sarà approfondito tra poco, mentre David Villa ha trovato una seconda giovinezza dopo un anno difficile al Barcellona, all’occorrenza c’è anche Adrián López che però è più una punta esterna.

Il leader
Diego Costa è stato uno dei simboli del 2013 calcistico, e non a caso su di lui si è aperta una “guerra” tra la federcalcio brasiliana (paese di nascita) e quella spagnola (nazione dove ha ottenuto la cittadinanza a luglio) per averlo nella rosa dei ventitré per il Mondiale, e sembra che la situazione possa risolversi in favore dei campioni in carica. Il venticinquenne è un attaccante completo come pochi ce ne sono in circolazione al mondo, una sorta di contrario rispetto al falso nueve che va tanto di moda nel calcio spagnolo: fortissimo fisicamente, alto circa un metro e novanta, quasi impossibile da marcare in mezzo all’area e soprattutto capace di segnare in tutti i modi, perché quest’anno ha fatto gol di destro, di sinistro, di testa e anche in acrobazia, con la rovesciata nel 7-0 al Getafe dello scorso 23 novembre (entrato poco prima dalla panchina in quanto reduce da un leggero infortunio) che rimarrà tra le prodezze più belle dell’anno che si sta per concludere. Preso dal Braga nel 2007, ha fatto vari prestiti tra Spagna e Portogallo facendo per un po’ anche la riserva di Sergio Agüero e Diego Forlán, è esploso nel girone di ritorno della stagione 2011-2012 con dieci gol in sedici presenze con la maglia del Rayo Vallecano che lo hanno riportato definitivamente alla casa madre, dove è diventato titolare inamovibile e pezzo pregiato del mercato internazionale, visto che il Chelsea farebbe follie pur di portarlo in Inghilterra già da gennaio, ma sarà molto difficile che il presidente Enrique Cerezo decida di ascoltare una qualsiasi proposta. Da inizio stagione a Natale Diego Costa ha tenuto la media pazzesca di un gol a partita, ventitré reti in altrettante gare fra Liga, Champions League, Copa del Rey e Supercopa de España (e nelle ultime due non ha segnato).

Il cammino in Europa
I Colchoneros sono stati tra i primi a qualificarsi aritmeticamente per la fase a eliminazione diretta di Champions League, ottenendo quattro vittorie nelle prime quattro partite che hanno messo in cassaforte la qualificazione e il primo posto, entrambi ufficiali con due turni d’anticipo. Dopo il successo iniziale contro lo Zenit (3-1) l’Atlético ha espugnato il Dragão con un 2-1 ai danni del Porto, prima di demolire l’Austria Vienna (0-3 esterno e 4-0 al Vicente Calderón), nelle ultime due giornate nonostante l’ampio turnover gli spagnoli sono rimasti imbattuti, pareggiando 1-1 a San Pietroburgo ed eliminando il Porto nel 2-0 della giornata conclusiva della fase a gironi. Assieme al Real Madrid l’Atleti è la squadra con il più alto coefficiente nel ranking UEFA per club relativo alla stagione in corso, 22.742 punti che stanno facendo salire la squadra nella classifica totale, garantendo una probabile prima fascia per i sorteggi dell’anno prossimo.

Commento finale
Sulley Muntari sperava che dall’urna di Nyon uscisse il nome dell’Atlético Madrid per il suo Milan: il ghanese è stato accontentato ma forse dovrà ricredersi visto che i madrileni sono tutt’altro che una squadra materasso, nonostante il soprannome, Colchoneros, in spagnolo voglia dire “materassai” (dato dal colore della maglia, bianca e rossa, uguale alla tela che si usava proprio nei materassi). Attualmente in giro per l’Europa ci sono ben poche formazioni che possono competere con i Rojiblancos, e il fatto che nella Liga l’Atlético sia alla pari con il super Barcellona (dovesse vincere il campionato interromperebbe il duopolio dei blaugrana e del Real che dura dal 2004-2005) fa capire quanto questa squadra abbia tutte le carte in regola per poter essere una delle protagoniste della fase finale di Champions League. Servirà dunque un Milan totalmente diverso da quello visto in questa prima parte di stagione per avere anche solo una chance di raggiungere i quarti di finale, Massimiliano Allegri (dovesse essere ancora in panchina a febbraio, cosa tutt’altro che scontata visto il momento) dovrà inventarsi qualcosa per contrastare una macchina attualmente inarrestabile, e affidarsi solamente a Mario Balotelli e Kaká potrebbe non bastare.

[Immagine presa da soyatletico.com]