In Champions League due allenatori spagnoli, visione di gioco moderna e offensiva, percorsi professionali molto diveri
Questa sera Arsenal e Paris Saint-Germain si sfidano in un match che promette spettacolo, ma che rappresenta anche un interessante confronto tra due allenatori spagnoli dal profilo internazionale: Mikel Arteta e Luis Enrique. Entrambi condividono una filosofia di gioco basata sulla costruzione dal basso, il possesso palla e la ricerca della verticalità, ma i loro percorsi professionali sono stati molto diversi, sia da calciatori che da tecnici.
Il percorso di Mikel Arteta
Arteta è cresciuto nel settore giovanile del Barcellona, ma non è mai riuscito a imporsi nella prima squadra. Ha iniziato a farsi notare con la maglia del Paris Saint-Germain nella stagione 2001-2002, per poi trasferirsi al Rangers in Scozia. Dopo una breve esperienza alla Real Sociedad, ha trovato la sua dimensione in Premier League, dove ha giocato sei stagioni con l’Everton e cinque con l’Arsenal. Proprio a Londra ha poi intrapreso la carriera da allenatore, prima come vice di Pep Guardiola al Manchester City, esperienza che ha fortemente influenzato la sua visione tattica, e poi come tecnico dei Gunners a partire dal 2019. Con l’Arsenal ha riportato entusiasmo e identità, puntando su un calcio moderno, aggressivo e organizzato.
Luis Enrique, tra Spagna e Francia
Luis Enrique ha invece trascorso tutta la sua carriera da calciatore in Spagna, vestendo le maglie di Sporting Gijón, Real Madrid e infine Barcellona, dove è rimasto per otto stagioni. Dopo il ritiro ha iniziato la carriera da allenatore nella squadra B del Barcellona, per poi sedersi sulle panchine di Roma, Celta Vigo e della prima squadra blaugrana, con cui ha vinto tutto, compreso il triplete nel 2015. Dopo l’esperienza alla guida della Nazionale spagnola, è approdato nel 2023 al PSG, dove sta cercando di imporre la sua idea di gioco in un contesto molto diverso da quello spagnolo, ma con ambizioni altissime.
Il duello tra Arteta e Luis Enrique va quindi oltre i 90 minuti: è lo scontro tra due visioni simili, ma nate da esperienze e contesti differenti. Entrambi rappresentano l’evoluzione del tecnico moderno, capace di adattarsi, innovare e trasmettere una chiara identità alla propria squadra.