Tre punti importantissimi per la Nazionale francese ieri all'Olympiastadion di Helsinki contro gli scandinavi della Finlandia. "Importantissimi" perchè arrivati dopo una prestazione a dir poco scialba dei ragazzi di Didier Deschamps, che avrà ancora molto da lavorare per ricostruire gioco e spogliatoio di una squadra che si è persa negli ultimi anni.
Probabili formazioni:
Finlandia (4-5-1) All. Mixu Paatelainen
Hradecky; Arkivuo, Moisander, Toivio, Halsti; Sparv, Hetemaj, Ring, Eremenko, Hämäläinen; Pukki
Sostituzioni:
Eremenko Jr (Hetemaj 65'), Kuqi (Hämäläinen 78')
Francia (4-3-3) All. Didier Deschamps
Lloris; Réveillère, Yanga-Mbiwa, Sakho, Evra; Cabaye, Diaby, Mavuba; Ribéry, Benzema, Ménez
Sostituzioni:
Valbuena (Ménez 63'), Matuidi (Cabaye 73'), Gomis (Ribéry 89')
Cartellini:
Cabaye 15' (Francia, G), Halsti 25' (Finlandia, G), Sparv 56' (Finlandia, G), Yanga-Mbiwa 64' (Francia, G), Matuidi 75' (Francia, G), Moisander 87' (Finlandia, G)
La partita:
Il match, giocato ieri sera nella fredda capitale finlandese, ha visto una Francia molto strana, a tratti quasi criptica, con una Finlandia che ovviamente il più delle volte avanzava azioni offensive provando solo in contropiede. Deschamps schiera un tridente senza una punta di riferimento dato che Benzema spesso faceva coppia don Ribéry sulla sinistra e in mezzo non c'erano spunti per la conclusione di un attaccante vero. Non è un caso che a sbloccare la partita sia stata un'incursione di Diaby, imbeccato proprio da Benzema sulla trequarti, complice la lentezza della difesa allenata da Paatelainen che permette al centrocampista dell'Arsenal di anticipare il portiere in uscita e di portare il risultato a favore dei suoi. Non che il dominio territoriale del campo sia stato totalmente dei Bleus, anzi. Le uniche occasioni degli ospiti sono derivate, oltre al gol, da un tiro da fuori di Cabaye deviato in angolo dall'attento Hradecky e un colpo di testa di Sakho che il 22enne portiere nordico addirittura blocca in volo. Il possesso palla dei francesi è stato spesse volte inutile, a causa della testardaggine dei tre d'attacco che portavano molto la palla tra i piedi senza dialogare fino a perderla. Ed ecco che da questi errori sono nate le ben più pericolose azioni avversarie, che sono andati vicino al pareggio in più di un'occasione, sventate bene da Yanga-Mbiwa nel primo tempo e da Lloris nel secondo tempo, mentre in altre possibilità di pareggio la pochezza tecnica dei padroni di casa è venuta a galla e non ha permesso loro di raccogliere un punto, che, in questo girone di ferro che impegna anche i campioni del mondo della Spagna, sarebbe stato un ottimo bottino.
Altro discorso quello con protagonista la Francia, che negli ultimi 4 anni ha cambiato 3 allenatori e ha avuto molti problemi anche a causa dei comportamenti dei propri calciatori. Ultimo, in ordine di tempo, è stato Nasri che non le ha mandate a dire ad un giornalista guadagnandosi una squalifica.
Inutile dire che il risultato è stretto, non tanto per il gioco espresso dai Bleus, quanto per la qualità che differiva tra le due formazioni. Purtroppo, però, questo striminzito 0-1 deriva principalmente da due fattori.
Il primo è di natura tattica. I Galletti, infatti, non hanno mai trovato soluzioni offensive a causa dell'assenza di una prima punta (Olivier Giroud non è stato convocato per problemi fisici), con un Gomis che avrebbe fatto comodo durante il match, e che invece è entrato solo a 60 secondi dalla fine dei 90 minuti. Il secondo è un problema ben più difficile da eliminare. E' la "Génération Égoïste", come l'hanno chiamata nell'Esagono, quella composta dai talenti più puri della Nazionale francese, che però hanno la brutta abitudine di voler risolvere le situazioni senza l'aiuto dei compagni.
Detto questo, è ovvio che la Francia di fine anni '90 non c'è più, ma proprio per questo è stato chiamato Didier Deschamps: per lavorare su tattica e su singoli e cercare di costruire un progetto vincente.