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Lo striscione pro-Palestina esposto dagli ultras del PSG solleva polemiche politiche in Francia; il club è convocato dal Ministero degli Interni, mentre la UEFA decide di non procedere con sanzioni.

Il recente striscione a favore della Palestina esibito dagli ultras del Paris Saint-Germain durante la partita contro l’Atletico Madrid ha suscitato ampie polemiche in Francia, trasformandosi in un caso politico di rilievo. Il Ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, ha espresso una ferma condanna dell’iniziativa, invitando il PSG a prendere posizione sull’accaduto. “Chiedo al PSG di fornire spiegazioni e ai club di garantire che la politica non interferisca con lo sport, che deve sempre rimanere una fonte di unità,” ha dichiarato, ricordando che simili messaggi sono vietati dai regolamenti della Lega e della UEFA.

Il club parigino convocato dal Ministero degli Interni. All’incontro parteciperanno il direttore generale Victoriano Melero, in rappresentanza della società, e il presidente della federazione calcistica francese, Philippe Diallo. Da parte sua, la UEFA ha scelto di non intraprendere azioni disciplinari contro il PSG, dichiarando tramite un portavoce all’AFP che lo striscione “non può essere considerato provocatorio o offensivo in questo caso specifico.”

L’episodio si è verificato prima del fischio d’inizio della partita PSG-Atletico, quando gli ultras del Virage Auteuil hanno esposto un grande striscione con il messaggio “Palestina libera” sui colori rosso e blu del PSG, circondato da simboli come una bandiera palestinese insanguinata, la bandiera libanese e di Gerusalemme, carri armati e una figura con kefiah. La frase “Guerra in campo ma pace nel mondo” completava il messaggio visivo.

Il PSG, attraverso un comunicato, ha affermato di non essere stato informato della preparazione dello striscione. Ha ribadito la propria posizione contraria a messaggi politici nello stadio, sottolineando l’importanza di mantenere il calcio come spazio neutrale e inclusivo.