Un Campionato Primavera riservato esclusivamente alle squadre di Serie A: questa la decisione presa dal Consiglio di Lega come primo atto di rinnovamento dei campionati giovanili. La nuova formula dovrebbe essere già introdotta nella prossima stagione.
La Lega ha deciso di modificare il format del Campionato Primavera, che per la prima volta verrà riservato alle sole squadre delle società di Serie A, accogliendo in questo modo le pressanti richieste di alcune big del nostro calcio verso una maggior valorizzazione dei vivai.
Stando alle prime indiscrezioni, il Torneo sarà diviso in tre fasi:
1) Una prima fase con andata e ritorno a due gironi da dieci squadre ciascuno, divisi su base territoriale.
2) Una seconda fase con gare di sola andata, ancora con due gironi: le prime 5 del Girone A saranno raggruppate con le ultime 5 del Girone B, e viceversa.
3) La terza fase sarà costituita dalle classiche Final Eight, in cui si affronteranno le prime quattro dei due ‘nuovi’ gironi.
In attesa di ulteriori sviluppi (che dovranno arrivare piuttosto rapidamente, per utilizzare il nuovo format nella stagione 2013/2014), possiamo affermare che, dopo tante parole, si stia per passare finalmente ai fatti. Tuttavia, la formula scelta sembra piuttosto complicata e, soprattutto, non sembra garantire un maggior livello di competitività rispetto alla formula attuale. Inoltre, evidenti sono i danni causati alle squadre di Serie B, alcune con settori giovanili di tutto rispetto (Palermo, Varese o Empoli, ad esempio), che verranno private di un’importante vetrina in cui mettere in mostra i propri talenti.
Non è sicuramente questa la strada che permetterà di colmare l’importante gap con gli altri maggiori campionati europei: la soluzione più favorevole, sotto questo punto di vista, sarebbe l’introduzione delle squadre B, o quantomeno quella di un campionato riserve con determinati limiti di età (seguendo il modello inglese).
Ci auguriamo che questo “grande passo” venga compiuto in breve tempo, sperando che la consolidata esperienza estera possa costituire un modello su cui basare il futuro del nostro calcio: in caso contrario, sembra facile prevedere un aumento sempre più consistente del gap rispetto agli altri principali campionati.