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Il Tribunale di Milano impone a Cloudflare blocchi sui contenuti illeciti, la condivisione dei dati dei pirati e penali per ogni ritardo, segnando un passo decisivo nella lotta alla pirateria digitale.

Il Tribunale di Milano ha adottato misure significative contro Cloudflare Inc. nella lotta alla pirateria digitale, accogliendo integralmente il reclamo presentato dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A (LNPA), con il supporto di Dazn Ltd, Sky Italia e la Lega Serie B. L’ordinanza del 19 dicembre 2024 stabilisce una serie di provvedimenti per contrastare la diffusione illecita di contenuti protetti.

Il Tribunale ha ordinato a Cloudflare di interrompere immediatamente la risoluzione DNS e l’instradamento del traffico verso indirizzi IP già bloccati dall’AGCOM tramite il sistema Piracy Shield. La società dovrà inoltre cessare la fornitura di servizi CDN, DNS autoritativo e reverse proxy utilizzati per attività illecite e adottare misure tecnologiche adeguate per impedire l’accesso a contenuti pirata tramite IPTV e domini associati.

Un elemento di novità riguarda l’obbligo di Cloudflare di fornire dati dettagliati sui clienti e sugli utenti che utilizzano i suoi servizi per la diffusione illecita di eventi sportivi. Questi includono informazioni sui file di log, gli indirizzi IP, il traffico di rete e la durata delle connessioni. Inoltre, è prevista una penale di 10.000 euro per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione delle misure imposte.

Il Tribunale ha sottolineato che l’utilizzo dei servizi Cloudflare per attività di pirateria è ampiamente documentato, evidenziando come la società non abbia adottato misure adeguate per impedire tali abusi, nemmeno dopo notifiche ufficiali. La decisione si basa su prove fornite da SpTech s.r.l. e su precedenti giurisprudenziali, confermando il ruolo attivo di Cloudflare come intermediario e access provider nella diffusione di contenuti illeciti.

Questa sentenza rappresenta un passo cruciale nella lotta alla pirateria, stabilendo che l’inosservanza di misure di protezione dei diritti comporta un danno economico e d’immagine irreparabile per i titolari dei diritti audiovisivi, con una progressiva erosione del mercato legale. La decisione del Tribunale mira a tutelare non solo le emittenti e le leghe sportive, ma anche l’intero ecosistema dell’audiovisivo.