L’ex arbitro Orsato racconta la sua carriera tra ricordi, emozioni e consigli per le nuove generazioni di arbitri.
Ospite d’eccezione, l’ex arbitro Daniele Orsato ha raccontato la sua carriera e le emozioni vissute durante il Festival dello Sport a Trento, confessando un pizzico di nostalgia per il tempo trascorso sul campo. Come riportato da gazzetta.it, Orsato ha espresso il suo rimpianto per l’atmosfera che circondava le partite: “Mi manca il campo, i miei compagni di squadra, i raduni, stare con i colleghi e dare consigli. La cosa che mi manca di più è la designazione, scoprire dove avrei arbitrato.”
Parlando dei suoi sogni da bambino, ha rivelato una passione iniziale molto diversa: “Da piccolo volevo fare l’elettricista. Mi divertivo a girare per casa con un cacciavite, ma spesso facevo saltare tutto in aria. Poi un amico mi propose di frequentare un corso da arbitro, e sebbene inizialmente fossi scettico, accettai la sfida e mi innamorai del ruolo.”
L’ex arbitro ha anche offerto consigli per i giovani arbitri, sottolineando l’importanza di trovare il proprio stile: “Non devono imitarmi. È bello sentir dire ‘arbitra alla Orsato’, ma è fondamentale scommettere su sé stessi e imparare dai propri errori. L’offesa più grande è sentirsi dire che sei scarso, ma i giocatori non me l’hanno mai detto.”
Parlando della sua esperienza in Champions League, ha ricordato con emozione la finale tra Bayern Monaco e PSG, anche se disputata senza pubblico: “Arbitrare quella partita è stato un onore, ma mi è mancato tanto il pubblico. Quando mi comunicarono la designazione, scoppiai a piangere.”
Infine, ha condiviso un aneddoto sulla sua prima esperienza a San Siro, raccontando la tensione provata: “Mi avevano detto di non guardare il terzo anello perché mette soggezione, e avevano ragione. Guardai solo alla fine.”