Un torneo storico che unisce Continenti e culture per celebrare il centenario del calcio Mondiale.
In occasione del centenario del Mondiale di calcio del 2030, Ignacio Alonso, presidente della federcalcio uruguaiana, ha proposto un’idea audace durante una riunione del Consiglio FIFA tenutasi a marzo. Ha suggerito di aumentare il numero delle squadre partecipanti a 64, superando le 48 previste per il torneo del 2026 che si terrà tra Stati Uniti, Messico e Canada.
LA PROPOSTA DI ALONSO
Alonso ha spiegato che l’intento è rendere il centenario un evento davvero speciale, diverso da qualsiasi edizione precedente o futura. In un’intervista con El Espectador, ha dichiarato: “Non so come siamo riusciti a farlo accadere così in fretta. Abbiamo semplicemente messo sul tavolo un’idea per discutere come celebrare al meglio il 100° anniversario della Coppa del Mondo. Dobbiamo offrire qualcosa di unico da festeggiare. La Coppa del Mondo del 2030 non sarà come quella del 2026 o del 2034.”
L’edizione del 2030 sarà effettivamente unica anche per le sue sedi. Le partite inaugurali si terranno in Uruguay, Argentina e Paraguay, in omaggio al primo torneo del 1930, mentre la fase finale si svolgerà in Spagna, Portogallo e Marocco. Questa distribuzione geografica sottolinea l’intento di celebrare il centenario con un evento che abbraccia diverse culture e continenti.
Alonso ha ulteriormente chiarito le motivazioni dietro la proposta: “L’idea è nata in Uruguay. Vogliamo che questo Mondiale sia un ricordo indelebile, qualcosa di unico e speciale. Abbiamo introdotto questo elemento nel dibattito e vedremo come verrà accolto, poiché anche le qualificazioni saranno diverse. Ci sono molti paesi che non considerano la qualificazione al Mondiale un obiettivo realistico, ma questo cambiamento potrebbe offrire nuove opportunità. Il mondo del calcio potrà appropriarsi maggiormente della nostra celebrazione, e penso che sia un’opportunità di dibattito.”
L’iniziativa di Alonso non solo mira a rendere il torneo del 2030 un evento memorabile, ma potrebbe anche trasformare il panorama del calcio internazionale, offrendo a più nazioni la possibilità di partecipare e di vivere l’esperienza del Mondiale. La proposta è un invito a riflettere su come il calcio possa evolversi e adattarsi, celebrando la sua storia mentre guarda al futuro.