Le elezioni per la presidenza FIGC entrano nel vivo, tra il consenso a Gravina, le ambizioni di Del Piero e lo scontro sui vertici della Serie A.
La corsa per i vertici del calcio italiano si intensifica in vista delle elezioni del presidente della FIGC, previste per il 3 febbraio. Gabriele Gravina, attuale presidente, ha ufficializzato la candidatura per un terzo mandato con il sostegno di numerose componenti, tra cui Associazione Calciatori, Lega Pro, Lega Dilettanti e la maggioranza della Serie A. Gravina ha dichiarato di voler collaborare con tutte le componenti, evidenziando il potenziale supporto dell’82% dei voti. In Serie A, club come Juventus, Milan, Inter e Roma sostengono Gravina, mentre altri, tra cui Lazio, Napoli e Verona, si oppongono.
SPACCATURA SERIE A
Questa spaccatura nella Serie A influisce anche sulle prossime nomine interne alla Lega, con la votazione per il presidente della Serie A fissata per il 9 dicembre. Il risultato di questa elezione potrebbe influenzare direttamente l’esito delle elezioni FIGC, dato che la Serie A è una componente chiave del sistema elettorale federale. Le sei componenti votanti includono Serie A, Serie B, Lega Pro, Lega Dilettanti, Associazione Calciatori e Associazione Allenatori, ognuna con un peso specifico nei voti.
L’eventuale candidatura di Alessandro Del Piero emerge come un’alternativa simbolica ma controversa. L’ex capitano della Juventus, apprezzato per il suo carisma, non ha esperienza manageriale, ma potrebbe destabilizzare il fronte pro-Gravina, specialmente se supportato da club di Serie A. Tuttavia, Del Piero ha ribadito che una sua candidatura richiederebbe un consenso ampio e un dialogo tra le parti.
Sul fronte Lega Serie A, Ezio Simonelli sembra il favorito per la presidenza, con il sostegno di 15 club. La posizione dell’attuale presidente, Lorenzo Casini, si è indebolita a causa di contrasti interni e il suo doppio ruolo come rettore di un’università. Intanto, Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega, sembra riguadagnare consensi, con molti club contrari a una completa rivoluzione dei vertici.
Questo intreccio di alleanze e contrasti segnerà non solo il futuro della FIGC, ma anche gli equilibri interni del calcio italiano, in un momento cruciale per l’intero movimento.
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