Cellino: “Non è solo colpa mia, mi hanno lasciato solo”. Il club non ha rispettato la scadenza per il pagamento degli stipendi
Per la prima volta in 114 anni di storia, il Brescia Calcio rischia seriamente di non prendere parte a nessun campionato professionistico. Una notizia che ha scosso la città e il mondo del calcio italiano, diventata ufficiale dopo che il club non ha rispettato la scadenza del 4 giugno per il pagamento degli stipendi, condizione necessaria per presentare la domanda di iscrizione alla prossima stagione.
LE PAROLE DI CELLINO
A confermare il momento drammatico è stato lo stesso presidente Massimo Cellino, che in un’intervista al Corriere della Sera – Brescia ha espresso tutto il suo sconforto:
“I furti e le truffe non mi hanno messo nelle condizioni di contrastare la violenta ingiustizia perpetrata dalla federazione. Mi son trovato da solo contro tutti. I tifosi sono stati ostili. Oggi per me è un giorno triste.”
Il “tragico epilogo” a cui fa riferimento è la mancata iscrizione del club, già retrocesso in Serie C al termine della stagione di B, a causa di una penalizzazione che ha riscritto la classifica. Una retrocessione che, col senno di poi, ha rappresentato solo il preludio a un crollo più profondo.
Nonostante dal punto di vista formale la società non sia fallita, e ci sia ancora tempo fino al 24 giugno per completare l’iter di iscrizione, il mancato pagamento degli stipendi entro la mezzanotte di ieri rappresenta un ostacolo quasi insormontabile. Il rischio concreto è che il Brescia non venga ammesso a nessun campionato, nemmeno tra i dilettanti.
Cellino, che ha più volte denunciato di essere stato isolato e attaccato, ha sottolineato come le difficoltà economiche siano state ignorate da chi, a suo dire, ha preferito giudicare piuttosto che aiutare:
“In tasca degli altri è sempre facile contare i denari, ma ognuno conosce le proprie possibilità economiche. Non è da imputare solo a me questo epilogo.”
Ora la speranza è affidata alle battaglie legali, che potrebbero riaprire uno spiraglio. Ma intanto una città intera vive nell’incertezza, con lo spettro concreto di vedere scomparire una delle società più storiche del calcio italiano.